Non è ancora detta l’ultima parola sulle dimissioni di Moni Ovadia da direttore del Teatro di Ferrara. Ovadia torna a parlare a Tag24.it delle dimissioni da direttore del Teatro di Ferrara e nel corso dell’intervista discute del rapporto molto positivo con il sindaco e la giunta della città estense. Spazio anche alle questioni internazionali ovvero il discorso di Guterres che qualche giorno fa è stato al centro di diverse polemiche e la presa di posizione di Erdogan.
Capitolo dimissioni dal teatro di Ferrara: non si hanno avuto più notizie a riguardo. Ha mai ufficializzato le dimissioni o le ha ritirate?
Devono passare al vaglio del Consiglio di Amministrazione. La decisione finale sarà alla fine della settimana o al massimo all’inizio della prossima se il CdA le accetterà io sarò dimissionato se le respingerà invece riprenderò il mio incarico perché lo dice l’organo preposto. Chi dice “si dimetta, si dimetta” non ha nessun titolo per decidere, solo il CdA può dirlo. In entrambi i casi sono molto tranquillo e sereno.
Ha avuto anche occasione di leggere le parole del sindaco Alan Fabbri a riguardo? Il primo cittadino ferrarese ha espresso stima nei suoi confronti…
Io ho avuto un magnifico rapporto con la Giunta del sindaco Fabbri: lui, il vicesindaco e l’assessore alla Cultura sono sempre stati molto solidali e molto corretti. Non mi è mai capitato di vedere tanta correttezza e rispetto malgrado la pensiamo in modo diverso.
Ferrara rappresenta una piccola parte d’Italia di grande valore e così dovrebbe essere sempre. Una cosa sono le idee personali e un’altra cosa è il lavoro artistico e culturale.
Un altro cittadino ferrarese che le è venuto incontro è Vittorio Sgarbi: ci sono novità anche su come l’aiuterà?
Non lo so in questo momento. E’ un po’ che non sento Vittorio e non so come le cose procederanno…Sgarbi è stata la persona che mi ha segnalato per il ruolo perché ha la fama e con me è sempre stato molto amichevole e corretto. Quello che succederà adesso non lo so, io posso solo dire che fino ad ora i rapporti sono stati sempre corretti ed amichevoli.
Ha letto anche le dichiarazioni recenti del senatore Balboni? Come mai Fratelli d’Italia ha questa verve nei suoi confronti?
E’ un problema loro non mio. Io sono un privato cittadino che ha un incarico e non un dipendente pubblico: quella di direttore del teatro è una professione che ha che vedere con la gestione del teatro. Non percepisco compensi per le prestazioni artistiche e tutto quello di artistico che faccio a Ferrara è gratis, lo faccio senza percepire una lira.
Poi c’è un problema: le persone che mi chiamano mi cercano perché mi chiamo ‘Moni Ovadia‘ e sono considerato una persona che ha opinioni ed un pensiero- qualcuno mi definisce intellettuale, altri un libero pensatore – non perché sono direttore del teatro. Io non ho mai espresso opinioni in quanto direttore del teatro, io parlo da cittadino privato.
C’è un enorme equivoco. Le persone non vogliono sentire le opinioni del direttore del teatro comunale Claudio Abbado di Ferrara, vogliono sentire le opinioni di Moni Ovadia e – senza voler peccare di modestia – mi sembra di essere molto più conosciuto come Moni Ovadia.
Avrà anche avuto modo di sentire la polemica degli ultimi giorni intorno alle parole del segretario generale dell’Onu Guterres…
Guterres si è espresso secondo me con molta moderazione ma il governo israeliano non accetta altro che un totale consenso alla propria impunità.
Ha seguito anche le polemiche nel corso della trasmissione “Stasera Italia” di ieri?
Noi siamo un Paese dove alcuni equivocano il senso della democrazia. Basta andare a guardare l’Articolo 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo dove c’è scritto che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razze, di lingua, di religione, di opinioni politiche.
Non solo le parole di Guterres, ieri il presidente turco Erdogan ha definito le milizie di Hamas come liberatori. Come giudica una presa di posizione così forte da parte di chi voleva, fino a pochi giorni fa, porsi come mediatore?
Per uno che vuole fare il mediatore non è stata una mossa astuta. Prendere a priori la parte di Hamas lo ha squalificato, è chiaro che per mediare tra due parti in conflitto devi avere un minimo di equilibrio altrimenti non si è mediatori ma parte in causa.
Io non potrei essere un mediatore equilibrato, io da più di trent’anni sostengo le ragioni dei palestinesi che vivono sotto occupazione ed impediti di autodeterminarsi e non sarei un buon mediatore quindi.
Ci saranno delle manifestazioni per la pace da domani organizzate anche da Amnesty. Lei prenderà parte?
Sì, io sono con Amnesty e sono per la pace ma non ci può essere pace senza giustizia altrimenti si chiama “pacificazione“. La pace prevede che i due contendenti vedano riconosciuta la giustizia, non si può essere per la pace se si crede di poter lasciare i palestinesi nelle attuali condizioni di segregazione.
Si può parlare di pace se si riconosce che il popolo palestinese ha i suoi diritti, la sua dignità e quindi ha diritto all’autodeterminazione e ad essere libero nelle proprie terre e a non essere colonizzato…sennò che pace è?