Perché il lockdown ha aumentato i disturbi alimentari nei giovani? Il cibo può diventare una vera ossessione per diverse cause. La recente pandemia da COVID-19 e soprattutto il periodo di lockdown imposto hanno aumentato i casi soprattutto fra i più giovani.
Il disturbo più conosciuto è l’anoressia, ma sono sempre più diffusi episodi di bulimia e ortoressia. Patologie vere e proprie che possono portare anche alla morte. Per questo motivo gli esperti della psicologia hanno iniziato a studiare la correlazione tra il lockdown e le ripercussioni sull’ossessione con il cibo da parte degli adolescenti.
Perché il lockdown ha aumentato i disturbi alimentari nei giovani: le principali patologie
L’anoressia rimane il disturbo alimentare più diffuso. Il rifiuto categorico al nutrimento nasce da diverse cause, sebbene la principale rimanga l’accettazione del proprio corpo anche in relazione all’opinione degli amici. Questa patologia colpisce più frequentemente il sesso femminile.
È un disturbo molto complesso che coinvolge diversi aspetti sia sul piano emotivo che su quello relazionale. Pertanto questa patologia richiede un’analisi più profonda, perché non riguarda solo l’accettazione del proprio fisico. A volte un adolescente può rifiutare di alimentarsi a causa di gravi conflitti familiari, in altri il soggetto usa l’anoressia come arma per attirare l’attenzione su di sé.
Altrettanto grave è la bulimia. Questo disturbo è caratterizzato dall’eccessivo consumo di cibo e nella pratica compensatoria di autoinduzione di vomito per espellerlo. Anche questa malattia ha diverse sfaccettature psicologiche e in certi casi è legata anche alla genetica dell’individuo.
L’ortoressia è invece un disturbo di più recente diffusione. Si tratta di un’ossessiva ricerca e consumo di alcuni alimenti in una forma estrema di attenzione al cibo salutista. Molte volte il soggetto, però, scarta alcuni prodotti senza un valido motivo.
È una tendenza propria di persone che manifestano attitudine al perfezionismo e predisposizione all’ansia e alla depressione.
La relazione con il lockdown
Statisticamente i disturbi alimentari si manifestano tra i 14 e 20 anni. Se una trentina di anni fa queste malattie interessavano maggiormente le donne, oggi i casi su soggetti maschili sono nettamente aumentati. Inoltre i cambiamenti della società moderna hanno causato un incremento generale del numero dei pazienti affetti da questi disturbi.
Il lockdown ha inevitabilmente acuito questo fenomeno: i dati parlano di un aumento generale del 30% dei casi, con un evidente incremento soprattutto nella fascia da 10 a 11 anni. La forzata permanenza in casa ha creato disturbi psicologici di vario tipo. Nelle persone che già soffrivano di leggeri disordini alimentari, questi sono diventati dei veri e propri comportamenti ossessivi.
La pandemia ha giocoforza cambiato le abitudini alimentari in relazione anche ad altri aspetti della società. I disturbi infatti si manifestano soprattutto in Europa e Stati Uniti proprio in legame ai dettami e alle imposizioni della società contemporanea.
Rimanere forzatamente chiusi in casa è stata una vera tortura per chi avesse già in corso un lieve disturbo di bulimia. Appena poi è stato possibile riprendere le attività regolari, molti soggetti avevano modificato a tal punto i propri comportamenti alimentari da non tornare più alla normalità. I disturbi sono quindi sfociati in patologie psichiatriche, che nei casi più gravi possono portare alla morte.
Le analisi hanno poi mostrato che pandemia e lockdown hanno fatto insorgere queste patologie anche in individui che non avevano mai manifestato alcun disordine alimentare.
Lo stato di ansia e di depressione imposto da quel particolare periodo ha sconvolto le abitudini quotidiane fino a creare comportamenti ossessivi.
Come superare la malattia
Mai sottovalutare i primi sintomi. Una corretta e precoce diagnosi risulta infatti fondamentale. In questo modo si riesce a trattare per tempo il disturbo, elaborando i problemi psicologici e supportando il percorso di guarigione con una terapia farmaceutica dedicata.
L’aspetto più importante è il sostegno di persone care, come amici e parenti. Per soggetti in età adolescenziale, la famiglia è basilare per superare il disturbo.
La modernità porta sempre più spesso l’adolescente a consumare pasti veloci, di apporto calorico errato e spesso da solo. La socializzazione e la condivisione del cibo con la famiglia porta invece ad avere un corretto rapporto con il cibo.
Infine l’educazione scolastica deve stimolare ogni individuo ad avere un’alimentazione varia ed equilibrata.