Escludendo i francesi padroni di casa, ancora col dente avvelenato per la sconfitta ai quarti di finale dal Sudafrica e il relativo arbitraggio, ai piani alti del rugby mondiale la presentano pomposamente come la finale di Rugby World Cup potenzialmente più bella di sempre. È il “potenzialmente” a far sorgere dubbi, ma soltanto quello, visto che il match tra la Nuova Zelanda e appunto gli Springboks di domani, 28 ottobre, allo Stade de France di Saint-Denis, si presenta entusiasmante sin dalla vigilia. E per tante ragioni.
Domani, 28 ottobre, la finale dei Mondiali di rugby tra Nuova Zelanda e Sudafrica
La prima ragione: chi vincerà porterà a casa coppa e quarto titolo di campione del mondo della propria storia, una vetta mai raggiunta da nessuno nel pianeta ovale. La seconda: Springboks-All Blacks è la riedizione della finale del 1995, che se non è stata la finale più bella è stata senza dubbio la più emozionante. Per conferme cercare tra l’altro il film “Invictus” di Clint Eastwood, con Morgan Freeman nei panni di Nelson Mandela. (O sfogliare un libro di storia, consiglio valido anche extra-sport…). Nuova Zelanda sul tetto del mondo nel 1987, nel 2011 e nel 2015; Sudafrica nel 1995, nel 2007 e nel 2019. Ossia quattro anni fa.
Sono gli All Blacks dei fratelli Barrett – Beauden, Jordie e Scott – ma anche di Will Jordan, che potrebbe battere il record di mete segnate in un’edizione del Mondiale (è per ora fermo a quota 8, come il connazionale e compianto Lomu, l’altro connazionale Savea e il sudafricano Habana). Quelli dell’atteso mediano di mischia Aaron Smith, del rinato terza linea Sam Cane e del seconda linea Sam Whitelock, che potrebbe diventare il primo rugbista tre volte iridato. E sono gli All Blacks del sempre troppo sottovalutato Ian Foster, il coach che a fine Mondiale saluterà. Il suo successore è Scott Robertson e da marzo scorso è noto sia il suo nome che quello del suo staff.
Dall’altra parte gli Springboks del tecnico Jacques Nienaber e del “Director of Rugby” della squadra (ma soprattutto il “coach ombra”), Russie Erasmus. Sfoggeranno la freccia Cheslin Kolbe, capace di velocità e cambi di direzione assurdi, la sua “custodia” in seconda linea Eben Etzebeth e il tallonatore Bongi Mbonambi, assai discusso in questi giorni per il presunto epiteto razzista “al contrario” consegnato a Tom Curry nella semifinale contro l’Inghilterra e le proteste della federazione inglese per la mancata squalifica. Mediana debuttante a questo Mondiale quella composta da Faf De Klerk e Handré Pollard, quest’ultimo il numero 10 che con un calcio da centrocampo allo scadere della semifinale ha regalato la quarta finale iridata ai suoi (Sudafrica-Inghilterra 16-15).
Stasera la finale 3°-4° posto Argentina-Inghilterra
La finalissima di Francia 2023 si giocherà domani alle 21. Diretta TV su Rai Sport e Sky Sport. Ad anticiparla sarà, stasera, la finale terzo e quarto posto che, per quanto mostrato in questa competizione, è davvero un peccato definire “finalina” e c’è l’Argentina che sfida l’Inghilterra per completare il podio. L’Argentina che in semifinale ha perso 44-6 dagli All Blacks, pur facendo di tutto per raddrizzare una partita compromessa già dall’inizio. La seconda forza del ranking mondiale che rifila un 44-6 alla settima, tanto per dimostrare quanto forse sia prematuro allargare i Mondiali di rugby da 20 a 24 squadre come già annunciato dalla federazione internazionale.
Two rivals will meet again.
— Rugby World Cup (@rugbyworldcup) October 23, 2023
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