Le rilevazioni sulla povertà assoluta in Italia pubblicate ieri dall’Istat sono, per il nostro Paese, l’ennesima doccia fredda. Secondo l’Istituto nazionale di Statistica, infatti, l’anno scorso 2.8 milioni di famiglie e 5.6 milioni di individui si sono trovati sotto la soglia della povertà assoluta.
Tra le cause del peggioramento della condizione degli italiani (8.3% di poveri assoluti nel 2022 contro il 7.7% nel 2021) appare sicuramente, come evidenziato dall’Istat, la brusca impennata dell’inflazione. Meritevole di riflessione, infine, il dato che illustra come in Italia tra i cittadini in povertà assoluta vi sono ben 1.27 milioni di minori.
Istat, cresce la povertà assoluta in Italia. I dati
La fotografia della povertà assoluta in Italia fatta dall’Istat racconta, in modo inequivocabile, di un Paese sempre più in difficoltà (dove, peraltro, si nasce sempre di meno).
L’impatto dell’inflazione nel 2022 – stimato in un +8.7% – ha infatti fortemente compromesso la capacità di spesa delle famiglie meno abbienti trovatesi sempre più in difficoltà anche per acquistare dei beni primari o provvedere alle spese necessarie alla stessa sussistenza.
L’impatto dell’inflazione, inoltre, ha colpito gravemente quelle aree territoriali più svantaggiate, prime fra tutte quelle del Sud Italia, dove si registra la quota più consistente di nuclei familiari in povertà assoluta. Questo dato, tuttavia, non deve trarre in inganno: l’emergenza povertà riguarda tutto il Paese, anche le regioni del nord e le grandi città storicamente più abbienti come Milano.
Interessante inoltre notare come, mentre si torna a parlare di natalità, tra i fattori che determinano una peggiore condizione economica vi è l’ampiezza del nucleo familiare. L’incidenza di povertà assoluta, infatti, è più alta tra le famiglie formate da più di cinque componenti.
La brutta notizia, tuttavia, è che non rassicuranti segnali arrivano anche dalle famiglie composte da sole tre persone (8.2% di poveri assoluti nel 2022 rispetto al 6.9% del 2023).
Povertà assoluta in Italia, Bandecchi: “Serve un alleanza contro la povertà tra Comuni, Regioni e Stato”
La drammaticità dei dati pubblicati dall’Istat circa il numero di cittadini che vivono in povertà assoluta è commentata oggi anche da Stefano Bandecchi.
Leggendo i rilievi dell’Istituto nazionale di Statistica, il sindaco di Terni ha voluto evidenziare come mentre la politica continua a perdere tempo discutendo sterilmente «di reddito di cittadinanza si o no, sotto ai nostri occhi avviene una catastrofe sociale».
Secondo il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare – che più volte ha ribadito la sua idea di capitalismo sociale per una società dove nessuno sia lasciato indietro – una simile situazione rende la messa in campo di nuove politiche economiche estremamente urgente. Il punto, tuttavia, è che per Bandecchi la politica continua a «girarsi di spalle e ignorare il problema» pensando al massimo di risolvere la situazione con «con le solite politiche spot che tamponano e nulla risolvono».
Per evitare che si continui a non fare niente – condannando la popolazione italiana alla fame – Bandecchi chiede che il Governo coinvolga sindaci e Comuni, insieme alle Regioni, per studiare delle soluzioni strutturali che possano essere realmente efficaci.
Su questo il sindaco di Terni – che ha già lanciato più volte l’idea del lavoro di cittadinanza – è chiaro: «non possiamo abbandonare una platea così vasta che comprende bambini, giovani ma anche anziani, italiani e stranieri senza nessuna differenza».