“Quest’anno ho partecipato a molte gare e sono abbastanza soddisfatta di tutte, per i progressi che mi sento di aver fatto”: Veronica Toniolo, campionessa del Judo italiano, si racconta in questa intervista esclusiva a Tag24 alla vigilia dei prossimi importanti appuntamenti
Le parole di Veronica Toniolo, giovane campionessa del Judo italiano, in quest’intervista esclusiva rilasciata a Tag24
Alla luce dei suoi recenti trionfi, Veronica Toniolo, a soli vent’anni, si conferma come uno dei nomi più importanti del Judo italiano. A suon di vittorie internazionali conquistate sul dojo e in prossimità delle importanti competizioni in arrivo, l’abbiamo intervistata per farci raccontare i suoi successi, gli allenamenti e come vive con passione il Judo, dai suoi primi passi fino agli ultimi incontri. Ma non possiamo non partire chiedendole come sono andate le gare che l’hanno portato al titolo di campionessa del mondo.
Quest’anno ho partecipato a molte gare e sono abbastanza soddisfatta di tutte, non tanto per i vari risultati, ma per i progressi che mi sento di aver fatto. A marzo la mia prima medaglia importante nei senior al Grand Slam di Tbilisi e con lei un bel po’ di punti olimpici. Nell’ultimo periodo poi ho avuto una scia molto positiva, a partire dal secondo posto nel Grand Prix di Zagabria (gara valevole per la ranking list olimpica), passando dall’oro al Campionato Europeo Junior ad inizio settembre e poi adesso l’oro al Campionato del Mondo Junior! Durante tutte queste gare non mi sono mai concentrata sul risultato finale, come facevo in precedenza, bensì a fare ogni incontro al meglio delle mie possibilità. Consapevole del mio valore, so che se faccio quello che so fare, posso dare del filo da torcere e mettere in difficoltà qualsiasi delle mie avversarie. Diverso, chiaramente è stato affrontare le gare junior con questa mentalità, perché essendo il livello inferiore ed io la favorita c’era molta pressione, inoltre essendo impegnata tutto l’anno con i senior non ero più abituata a confrontarmi con le mie pari età. L’Europeo ha avuto alti e bassi per quello che ho detto in precedenza, però mi ha anche fatto capire come affrontare al meglio il Mondiale ed infatti lì ci sono arrivata decisamente preparata e soprattutto con serenità.
Tornando all’ultimo trionfo, c’è stato un momento in cui hai realizzato che potevi farcela e arriva alla vittoria finale?
Al Mondiale ci sono andata per vincere come obiettivo generale, perché sapevo che ero assolutamente in grado di farlo. Lì al momento degli incontri però mi sono concentrata solo sull’attimo presente e quindi fino alla finale non ho mai pensato alla vittoria generale. Sicuramente mi sono sentita molto bene, come non mi sentivo da tempo e quindi tenere la testa solo sul singolo incontro non è stato così semplice, ma era necessario per me farlo. La finale è stata lunga, con un’avversaria che ritengo assolutamente valida, ma sapevo di essere più forte e sicuramente di avere più esperienza di lei. Ritengo che la cosa più importante sia l’inizio dell’incontro, il primo impatto. E’ stato un lungo e sofferto incontro, ma sono partita più decisa e convinta di lei e dall’inizio avevo già capito che quell’incontro, in un modo o nell’altro, l’avrei vinto io.
Veronica Toniolo: i primi passi nel mondo del Judo, i prossimi impegni e i “riti” prima delle gare
Ci racconti anche dei tuoi “primi passi” nel Judo e perchè hai scelto proprio questa disciplina?
Sono nata in una famiglia di Judoka. I miei genitori insegnano alla Società Ginnastica Triestina a Trieste, dove sono cresciuta, mentre i miei zii sono all’Akiyama Settimo di Settimo Torinese (società campione d’Italia da 25 anni). Sono cresciuta sul tatami quindi è difficile dire con precisione quando ho iniziato, ma direi che ho iniziato a due anni in quanto a quell’età ho cominciato a frequentare il corso di judo per i più piccoli, tenuto da mia mamma Monica Barbieri. La mia famiglia non mi ha mai obbligata in niente e di questo gliene sono totalmente grata. Mi sono innamorata da subito del judo, non volevo mai andare via dalla palestra e da piccolina volevo fare tutti i corsi, dal mio dei più piccoli fino a quello dei più grandi tenuto da mio papà Raffaele. Con lui ho scoperto il judo a livello agonistico ed essendo tecnico della Nazionale è proprio lui che ora mi segue in giro per il mondo e mi allena assieme poi a mio zio Pierangelo che cura gli allenamenti quando sono a Torino, città in cui mi sono trasferita da quando ho potuto fare della mia passione il mio lavoro, grazie al Centro Sportivo Esercito. Essere un atleta militare è per me motivo di grande orgoglio, l’Esercito mi aiuta a raggiungere obiettivi sportivi sempre più importanti.
Quali i prossimi impegni agonistici che ti aspettano, e come ti stai preparando?
Ora sto preparando il Grand Slam di Abu Dhabi, gareggerò il 24 Ottobre, e poi ci sarà l’Europeo Senior il 3 Novembre. Di solito pretendo molto da me stessa ma quest’ anno mi sono allenata per raggiungere il mio picco di forma per il Mondiale quindi è chiaro che ora la stanchezza, soprattutto fisica, si fa sentire e dunque anche se so che il mio valore sicuramente mi permetterebbe di ottenere una medaglia in tutti e due gli appuntamenti non voglio pensare al risultato finale. Voglio affrontare queste due gare con serenità al massimo di quello che il mio corpo ora mi permette. Mentalmente però mi sento molto bene e chissà che con una buona testa e prendendo queste due gare come vengono questa non sia proprio la chiave di un buon risultato.
Cosa diresti ad un tuo giovane “collega” che sta iniziando Judo?
Gli direi di godersi il percorso e di non mettersi troppe pressioni, soprattutto se inizia un percorso a livello agonistico. Essendo passata da quella fase, so che le gare possono essere pesanti, gli direi quando si sente in difficoltà di ricordarsi perché ha iniziato e ritornare a pensare al Judo per com’è (quello per cui mi sono innamorata io) e non per il Judo finalizzato alle gare. E’ importante, quando lo si pratica, concentrarsi sullo sport in se prima delle gare e di altre sfaccettature e prendere da esso tutti gli insegnamenti applicabili anche e soprattutto alla vita.
Hai una colonna sonora, una canzone, o comunque un “rito” che carica prima degli incontri?
Non sono un atleta che si carica usando la musica o semplicemente la ascolta in gara. Una volta ero un po’scaramantica magari nell’avere sempre la stessa maglietta o gli stessi pantaloni in gara, ora lo sono un po’ di meno. Faccio quello che mi sento di fare prima degli incontri, poi spesso finisco per camminare nello stesso modo per salire sul tatami o cose simili però non è voluto.