Nel mondo moderno, l’intelligenza artificiale ha cessato di essere un concetto relegato alle storie di fantascienza per diventare un elemento significativo che influenza ogni angolo della nostra società. Questa presenza crescente in diverse branche, anche quella dell’editoria, ha reso necessaria la costituzione di un apposito Comitato sull’AI e la relativa nomina di leader per indirizzare le strategie di sviluppo e implementazione dell’intelligenza artificiale.
Giuliano Amato (85 anni) alla guida del Comitato sull’AI
Il recente annuncio del governo italiano ha portato alla ribalta il nome di Giuliano Amato come leader della Commissione Algoritmi, dedicata allo studio dell’IA nell’editoria. Con una carriera politica di spicco alle spalle, Amato ha rappresentato l’Italia in numerose capacità, tra cui ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale. Tuttavia, questa nomina ha sollevato più di qualche sopracciglio, dato che non si associa immediatamente il suo nome all’ambito delle nuove tecnologie.
Contrapposto alla scelta italiana, troviamo il Regno Unito che ha designato Ian Hogarth, un giovane imprenditore (38 anni) nel settore digitale con una formazione specifica in ingegneria informatica e machine learning, a guidare una commissione parallela. Queste due nomine mettono in evidenza visioni contrastanti nella guida del futuro digitale delle nazioni, ma anche una visione complessiva e una mentalità dei due Paesi completamente opposta.
La decisione di nominare Amato ha suscitato un ampio dibattito mediatico. Molti sostengono che la scelta possa mancare di una visione moderna e di una profonda comprensione dell’innovazione.
Di cosa si occupa il Comitato sull’AI e da chi è composto
Il Comitato Italiano si impegnerà a valutare i possibili rischi e le opportunità dell’applicazione dell’AI nel mondo dell’editoria e del giornalismo. In un’epoca in cui tecnologie come i deepfake e i chatbot sono sempre più utilizzati, diventa essenziale identificare i limiti e le potenzialità di sviluppo del settore.
Il comitato incaricato di esaminare le questioni legate all’intelligenza artificiale vede alla sua guida, come già scritto, Giuliano Amato. Tuttavia, la lista dei membri mostra una vasta gamma di esperti provenienti da diversi ambiti. Tra questi troviamo:
- Giusella Finocchiaro: esperta in diritto privato e diritto di internet all’Università di Bologna.
- Valeria Falce: specialista in diritto dell’economia presso l’UER (Università Europea di Roma).
- Gianluca Salviotti: esperto in Management Information Systems alla rinomata Università Bocconi di Milano.
- Giuseppe Francesco Italiano: noto nel campo della Computer science e affiliato all’Università Luiss di Roma.
- Marco Angelini: ricercatore nel settore dell’ingegneria informatica presso l’Università La Sapienza di Roma.
- Paolo Benanti: professore con competenze in etica e bioetica delle tecnologie presso la Pontificia università gregoriana.
- Francesco Bonchi: guida le ricerche presso il Centro per l’intelligenza artificiale (Centai).
- Giuseppe De Pietro: occupa una posizione chiave nell’istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Cnr e guida la fondazione Fair.
- Roberto Sommella: giornalista con un profondo interesse per l’editoria.
Il confronto con il Regno Unito
Se paragoniamo questa composizione con leader tecnologici internazionali come Hogarth, emergono differenze notevoli. Hogarth, laureato a Cambridge e fondatore di due startup sull’AI, simboleggia una nuova ondata di leader tecnologici. In confronto, la nomina di Amato potrebbe apparire come una continuazione delle vecchie guardie, valorizzando l’esperienza politica piuttosto che l’expertise tecnologica.
Nel mondo della tecnologia in rapida evoluzione, la familiarità con le ultime tendenze e l’innovazione sono però di fondamentale importanza. E potrebbe risultare incomprensibile la scelta di affidare ad Amato il monitoraggio di un sistema che rischia di rivoluzionare le abitudini passate, mostrando come sempre una certa riluttanza al cambiamento, sentiment radicato nel profondo della mentalità italica.
La regolamentazione dell’AI in Italia
Mentre si discute della composizione del comitato, non possiamo ignorare i movimenti legislativi attuali. Antonio Nicita, rappresentante del Partito Democratico, ha avanzato una proposta di legge per introdurre regole etiche nell’uso dell’AI, in particolare riguardo all’etichettatura dei contenuti generati da AI. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) avrà un ruolo chiave nel monitoraggio e nella penalizzazione dei trasgressori.