Si sarebbe tolta la vita perché il dolore per la perdita del figlio era troppo grande da sopportare, la mamma di Mauro Pamiro, trovato morto in un cantiere edile di Crema nel giugno 2020. Lo scorso settembre la Procura che indagava sul caso del 42enne aveva rigettato l’opposizione presentata dalla donna e dall’ex marito alla richiesta di archiviazione delle indagini, che avevano escluso l’omicidio tra le cause del decesso dell’uomo.

Morta la mamma di Mauro Pamiro: si sarebbe tolta la vita in casa dell’ex marito

Marialuisa Belloni aveva 72 anni e insieme all’ex marito aveva avuto un unico figlio, Mauro Pamiro, il professore di informatica trovato morto in un cantiere edile a poca distanza dalla villetta in cui viveva con la moglie, Debora Stella, a Crema. Era il 29 giugno del 2020. Alla sua morte avevano fatto seguito lunghe indagini della Procura. Indagini aperte con l’ipotesi di reato di omicidio volontario e archiviate lo scorso settembre, nonostante l’opposizione dei familiari della vittima, come “suicidio” o “incidente”.

Secondo gli inquirenti, il 42enne si sarebbe recato autonomamente sul posto, per togliersi la vita oppure ad altro scopo, arrampicandosi su un’impalcatura, inciampando e cadendo nel vuoto, riportando lesioni mortali. L’altra ipotesi è che volesse semplicemente saltare, ma che, per via delle elevate dosi di thc assunte (di cui furono rinvenute tracce nel suo sangue), avrebbe fatto “un errore di valutazione” sull’altezza. Versioni che i suoi genitori hanno sempre rigettato, puntando il dito contro la moglie.

Lei stessa, in un primo momento, aveva confessato di averlo ucciso, ritrattando immediatamente. Aveva detto di avergli dato “una legnata in testa” e di essersi fatta aiutare dagli amici a ripulire la scena del crimine, spostando il corpo del compagno dove era stato ritrovato. Gli accertamenti tecnico-scientifici non hanno mai prodotto elementi che potessero confermare questa tesi. E per Belloni il dolore scaturito dalla morte del figlio – una morte tragica e misteriosa – era diventato troppo grande da sopportare. Martedì 24 ottobre si sarebbe suicidata.

Era in casa dell’ex marito, con cui era rimasta in buoni rapporti. Avevano pranzato insieme, poi l’uomo era uscito di casa per prendere parte, come ospite, a una trasmissione di Telelombardia, per parlare del caso del figlio. Quando era rincasato la donna era già morta. Con i loro legali, gli avvocati Antonino Andronico e Gianluigi Tizzoni, stavano lavorando per chiedere alla Procura di tornare ad indagare.

Il decesso del figlio, un dolore troppo grande da sopportare

Intervistata da diversi quotidiani locali subito dopo il decesso del figlio Mauro – figlio che più volte, pubblicamente, ha definito “splendido” -, la signora Marialuisa aveva espresso tutto il suo sgomento per l’accaduto, tuonando:

ho chiesto di avere una ciocca di capelli e me l’hanno data. Anche mio marito la pensa come me: ce l’hanno ucciso.

A farlo pensare era stata anche l’autopsia psicologica che, ripercorrendo gli ultimi mesi di vita del 42enne, non aveva evidenziato motivi che potessero spingerlo al suicidio. Da poco era riuscito a realizzare il sogno di una vita, quello di incidere un singolo da solista. Dalla scuola in cui insegnava era stato scelto per partecipare a uno scambio culturale insieme ai suoi studenti.

Resta più probabile l’ipotesi di un “incidente“. Anche quella dell’omicidio, infatti, è stata esclusa. La moglie, dopo le dichiarazioni fittizie rilasciate in seguito al decesso, era stata ricoverata in una struttura psichiatrica per essere sottoposta a un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio. Quando, subito dopo i fatti, disse di essere coinvolta nel delitto, non era in sé.

I misteri che riguardano la morte del marito ricordano quelli che avvolgono “il giallo di Trieste”. Ne parlavamo in questo articolo: Caso Liliana Resinovich, le ultime notizie: dalla riapertura delle indagini per omicidio alla nuova perizia medico-legale.

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