Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, entra a gamba tesa sulla polemica che lo riguarda da vicino e che ha come protagonista anche l’attuale ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. In particolare, il nodo cruciale della vicenda sarebbe una serie di cachet incassati da Sgarbi (da 300mila euro) da sue attività extra-politiche. All’ipotesi di dimissioni, il sottosegretario alla Cultura smentisce seccamente:

“Dimissioni? Ma cosa sta dicendo! Ho sempre fatto il mio dovere, non vedo da cosa dovrei dimettermi.”

Sgarbi: “Presenterò querela”

Secondo il sottosegretario, sarebbe un suo ex collaboratore il vero “corvo”, annunciando una querela alla Polizia Postale.

“Un mio collaboratore, a questo punto ex, si è infilato nel mio computer, ha rastrellato informazioni dalla mia agenda e poi ha inviato tutto via mail ai vertici del ministero, a Palazzo Chigi e alla stampa. Il tutto con un account del ministero. Stiamo parlando di un ‘corvo’: dobbiamo dare credibilità a chiunque? Presenterò querela alla polizia postale”.

Sgarbi, infine, conclude dicendo di aver ben chiara l’identità di questo presunto corvo.

Certo che lo so ora ci penseranno le forze dell’ordine a lui. È una persona che era sparita a lavoro: ci ha raccontato che era stato in coma, mentre poi abbiamo scoperto che era stato arrestato per una truffa”.

Sgarbi: “L’intervista a Sangiuliano è falsa, denuncio tutti”

Non è la prima volta che il sottosegretario alla Cultura finisce sulle prime pagine per liti e diatribe, tra le ultime si ricorda la polemica con il Maxxi di Roma. Tornando però alla cronaca più attuale, Sgarbi rincara la dose, ribadendo come questa ormai famosa intervista del ministro Sangiuliano sia falsa (uscita sul Fatto Quotidiano) e annuncia la volontà di denunciare tutte le parti in causa.

“L’intervista a Gennaro Sangiuliano pubblicata da ‘Il Fatto Quotidiano è falsa’. Denuncio tutti. Non posso credere a quello che ho letto, perché non corrisponde alla realtà. I rapporti tra me e il ministro ai Beni culturali sono buoni. Mi ha appena inviato a Bologna, in sua rappresentanza, per gestire l’allarme sulle condizioni statiche della Torre Garisenda”.