Tra i tanti progetti crypto che si sono posti come obiettivo quello di attirare le attenzioni degli investitori, c’è anche OMG Network, nato come OmiseGo nel 2013. Un debutto segnato da una grande ambizione, quella di tagliare fuori il sistema bancario tradizionale nell’ambito delle transazioni transfrontaliere.
Per farlo, i suoi sviluppatori hanno dato vita ad un ecosistema in cui la tecnologia adottata è in grado non solo di garantire la sospirata decentralizzazione, ma anche livelli di sicurezza estremamente elevati e convenienza in termini di costi. Con risultati giudicati eccellenti da più parti.
Cos’è OMG Network?
OMG Network è una blockchain che ha fatto il suo esordio nel 2013, quando ancora si chiamava OmiseGo. La rete è di tipo layer 2, ovvero una soluzione che si appoggia ad una blockchain preesistente, in questo caso quella di Ethereum. Il vantaggio prospettato da questa caratteristica è il liberarsi di una quantità di spazio nei blocchi della rete principale, tale da tradursi in una maggiore scalabilità e in costi più contenuti.
Proprio quello della scalabilità rappresenta un problema di non poco conto per Ethereum. Se solitamente le transazioni comportano tempi tra i 10 e i 20 secondi, l’eccessiva crescita delle commissioni collegate al gas possono tradursi in un rallentamento molto forte. Tanto da poter richiedere giorni per poterne elaborare una.
Inoltre, proprio le transazioni caratterizzate dai costi maggiori hanno la precedenza sulle altre. Quelle di importo minore, di conseguenza, vengono messe in coda, senza peraltro avere garanzie che le commissioni non possano salire di prezzo a causa della congestione della rete.
Di fronte a questo carico di stress, agli utenti rimangono due strade: o accettare di pagare commissioni più elevate, oppure attendere che il prezzo del gas cali. In questo secondo caso, l’attesa potrebbe prolungarsi in maniera eccessiva.
La soluzione al problema offerta da OMG Network si traduce in transazioni più veloci e a prezzi più contenuti. Per quanto riguarda le TPS (transazioni al secondo) sono infatti migliaia, mentre in termini di tariffe il dato si attesta ad un terzo di quanto necessario su Ethereum, almeno prima del Merge.
L’ecosistema di OMG Network vede la presenza della blockchain open source basata sul meccanismo di consenso Proof-of-Stake, di una piattaforma dedicata ai contratti intelligenti e di un portafogli elettronico completamente gratuito. A consentire il funzionamento del sistema così congegnato è il token OMG, che può anche essere depositato in staking, permettendo di riscuotere una rendita passiva. Tutti i gettoni sono peraltro stati già minati, per cui non esiste mining.
Il tutto con una straordinaria attenzione per l’ambiente. Grazie ad una soluzione sidechain che si basa sul plasma, è infatti possibile ridurre del 99% i consumi energetici rispetto a quanto occorre per la blockchain di Ethereum.
Chi c’è dietro il progetto e prospettive
A lanciare OMG sono stati Jun Hasegawa e Donnie Harinsut, i quali hanno iniziato a lavorarci quando lavoravano per Omise, azienda che rappresenta l’equivalente di PayPal per il sud-est asiatico. A progettare la piattaforma è stato però Joseph Poon, altro nome di rilievo della scena crypto, essendo il creatore di Lightning Network, oltre che di Plasma.
Se questi possono essere considerati i fautori di OMG, a dare contributi sostanziali sono stati anche altre figure di grande rilievo, a partire dai co-fondatori di Ethereum, Vitalik Buterin e Gavin Wood, da Roger Ver, CEO di Bitcoin.com, e Julian Zawistowski, a sua volta noto per aver fondato Golem. Un vero e proprio parterre di celebrità che attestano la fiducia nelle prospettive del network.
Proprio il poter contare su questo genere di appoggi fa di OMG una soluzione che potrebbe esplodere nell’immediato futuro, soprattutto nel caso in cui si facesse sentire l’effetto di trascinamento prodotto dall’ormai prossimo halving di Bitcoin. Non resta che attendere qualche mese, per capirlo.