L’esercito israeliano ha rilasciato alcune comunicazioni, mediante il portavoce militare, ribadendo la buona riuscita dell’incursione nel nord della Striscia di Gaza, dove sono stati localizzati e colpiti diversi siti terroristici.
“Localizzato e colpito numerosi terroristi, infrastrutture terroristiche e postazioni di lancio di missili anticarro, e hanno operato per preparare il campo di battaglia.”
Alle prime luci di questa mattina sono giunte inoltre le informazioni riguardo ad un altro raid nella Striscia, questa volta nel sud, anche in questo caso mirato verso un preciso obiettivo. Ci sono stati morti e feriti nell’incursione: le vittime sembrano essere 18 in totale mentre 40 è il numero dei feriti. Il raid israeliano, via aereo, è stato diretto contro la famiglia di Yunis Al Astal, ritenuto membro di Hamas.
Guerra in Medio Oriente, incursione nel nord della Striscia: nuovo colloquio tra Netanyahu e Biden
Nelle ultime ore si registra un nuovo colloquio telefonico tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il focus riguarda il rilascio degli ostaggi ma in generale l’attuale situazione a Gaza.
A riferire della conversazione è stato un portavoce della Casa Bianca che ha sottolineato il continuo sforzo di mediazione di Biden, fondamentale per evitare un’escalation del conflitto che sarebbe tragica per tutte le parti in causa.
Il presidente USA è stato ancora una volta chiaro nel ribadire il pieno diritto di Israele alla difesa contro l’offensiva di Hamas, evidenziando ancora una volta come questo debba essere fatto nel rispetto del diritto umanitario:
“Israele ha tutto il diritto e la responsabilità di difendere i suoi cittadini dal terrorismo e di farlo in linea con il diritto umanitario internazionale.”
Anche l’ambasciatore israeliano presente negli USA, Michael Herzog, ha ribadito di star facendo tutto il possibile per la liberazione degli ostaggi:
“Quello che chiediamo è l’immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi. Trattenere ostaggi è un crimine di guerra. Non voglio commentare oltre questo argomento.”
Più di una fonte, tuttavia, cita la possibilità del rilascio di un “significativo numero di ostaggi” entro un paio di giorni, “forse anche meno, in base all’andamento dei negoziati.” È interesse di Israele chiudere al più presto questo fronte per il timore che gli ostaggi possano poi essere utilizzati come pedina in un secondo momento, nel caso in cui l’offensiva via terra dovesse effettivamente iniziare.
Terrorismo, la commissaria Ue agli Affari Interni Johansson: “Rischio enorme di attentati”
Sul legame tra il caos in Medio Oriente e l’allarme terrorismo in Europa è intervenuta la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che ha ribadito questo rischio sia presente ed estremamente grave. Ha però sottolineato come possa derivare non solo dall’immigrazione irregolare ma anche e soprattutto dalla radicalizzazione di elementi già presenti su suolo europeo.
“Naturalmente potrebbero arrivare dei terroristi coperti dal flusso migratorio, ma a mio avviso il rischio maggiore è che persone già presenti qui, radicalizzate, possano commettere attentati. Al momento non vediamo grandi flussi migratori a causa della situazione in Medio Oriente, ma potrebbero verificarsi.
Da marzo è in vigore il nuovo sistema di informazione Schengen che prevede che tutte le segnalazioni relative al terrorismo siano condivise con l’Europol: è competenza degli Stati membri effettuare questo tipo di valutazione del rischio e che spetta a loro decidere se ritengono che il livello di minaccia sia più elevato o meno”.