Emergono novità sull’omicidio di Pierina Paganelli, consumatosi in via del Ciclamino, a Rimini, la sera del 3 ottobre scorso: ammonterebbero a 29 e non a 17 le coltellate inferte dal killer alla 78enne, aggredita di ritorno da un incontro di preghiera con i Testimoni di Geova. Il figlio Giuliano Saponi, da poco tornato a casa dopo mesi di ricovero a causa di un incidente subìto a maggio, ha lanciato un appello a “Chi l’ha visto?”, chiedendo a chiunque sappia qualcosa della sua aggressione di farsi avanti e parlare. Le due vicende, come si ipotizza fin dall’inizio, potrebbero, infatti, essere collegate.
Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini: 29 le coltellate inferte alla 78enne dal killer
Pierina Paganelli avrebbe ricevuto almeno 29 fendenti e non, come era emerso in un primo momento, 17. Gli esperti parlano di “overkilling”: significa che il suo killer ha “esagerato”, scagliandosi contro di lei con più crudeltà rispetto a quella necessaria ad ucciderla. L’avrebbe colpita in diverse parti del corpo, strappandole la gonna e la biancheria intima, anche se l’autopsia esclude che ci siano state violenze.
Forse voleva sviare le indagini, indirizzarle da un’altra parte. È possibile che dopo l’omicidio abbia anche spostato il corpo della vittima di qualche metro. Quando è stato ritrovato, il 4 ottobre mattina, era sulla rampa d’accesso al garage del complesso residenziale di via del Ciclamino, dove la 78enne viveva. Era appena rientrata da un incontro di preghiera con il gruppo locale dei Testimoni di Geova.
Chi l’ha aggredita l’avrebbe aspettata, tendendole un agguato. Gli investigatori sono praticamente certi che conoscesse lei e le sue abitudini (forse sapeva anche che la nipote 16enne quel giorno non l’aveva accompagnata). Per questo, fin dai primi momenti, i sospetti – nonostante la mancanza di indagati ufficiali – si concentrano sulla nuora Manuela Bianchi, colei che trovò il cadavere, e la sua famiglia: il fratello Loris, ma anche il padre Duilio, che vive nello stesso condominio e davanti alla cui porta sarebbero state rinvenute tracce di sangue.
Dal suo appartamento, stando a quanto riporta Il Resto del Carlino, la scientifica avrebbe prelevato degli asciugamani e dei fazzoletti sporchi di sangue, per analizzarli. Sia lui che i suoi parenti, però, si dicono innocenti.
L’appello del figlio Giuliano Saponi, tornato a casa dopo il ricovero
Tornato a casa dopo mesi di ricovero, uno dei figli dell’anziana, Giuliano Saponi (marito di Manuela Bianchi), ha lanciato un appello a “Chi l’ha visto?”, chiedendo a chiunque abbia assistito alla sua aggressione di farsi avanti e parlare. Il riferimento è all'”incidente” che l’avrebbe visto coinvolto a maggio: era appena uscito di casa per andare a lavoro quando, in circostanze ancora da chiarire (e che lui non ricorda), fu pestato da qualcuno o investito da un’auto pirata e lasciato in fin di vita a bordo strada.
Riuscire a capire cosa gli sia successo è importantissimo, perché potrebbe fornire elementi utili alle indagini riguardanti l’omicidio della madre. Le due vicende, infatti, potrebbero essere collegate. Si attende, intanto, l’esito dell’analisi dei filmati catturati dalla videocamera di sorveglianza di una farmacia adiacente alla scena del crimine. Filmati che avrebbero ripreso gli attimi immediatamente precedenti al delitto: il momento in cui l’assassino, dopo aver salutato la vittima con un “ciao”, l’avrebbe colpita, provocando le sue urla e richieste di aiuto.
Come e perché nessuno l’abbia sentita resta un’incognita, come molte altre cose, in questa storia. L’unica certezza è che tanti interrogativi potrebbero trovare una risposta tra le mura di quel condominio dove, sembra, i rapporti fossero abbastanza tesi, considerata la relazione extraconiugale della nuora di Pierina con un altro condomino.
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