Gabriele Quattrone, primario neurologo del policlinico di Reggio Calabria, psicologo, psicoterapeuta e psichiatra forense di fama nazionale, accusato di falsa perizia e corruzione in atti giudiziari, finalizzate a favorire un detenuto ristretto in regime 41 bis (carcere duro), nella qualità di perito della Corte di Appello del Tribunale di Catanzaro, è stato definitivamente assolto “perché il fatto non sussiste”. Esiste però “il fatto”, cioè l’assoluzione con formula piena e irrevocabile pronunciata dopo quattro mesi di carcerazione e molti anni di calvario processuale. La vicenda è raccontata con dovizia di particolari da La Gazzetta del Sud.
Assoluzione piena: “Il fatto non sussiste”
“Il fatto paradossale, però, è che le accuse di falsa perizia e corruzione in atti giudiziari – scrive il giornale – non avevano ragion d’essere in quanto il dottor Quattrone aveva giudicato il detenuto compatibile col carcere”. Quindi? Per Quattrone la sua vicenda andrebbe portata in scena da Aldo, Giovanni e Giacomo. Peccato, però, che non siamo al cinema e un innocente è stato tre mesi in carcere, un particolare non da poco. Un caso di ingiusta limitazione della libertà personale con tutto quello che ne è conseguito.
Stefano Bisi