Arrivo la penalizzazione sulla nuova pensione a quota 104 che sarà in vigore nel 2024. Chi sceglierà questo canale di prepensionamento andrà incontro al pagamento di una parte della pensione. La quota 104 andrà a sostituire la quota 103, già in vigore in via sperimentale dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023. Rispetto a quest’ultima, la quota 104 consentirà ai lavoratori di poter andare in pensione anticipata dai 63 anni di età, unitamente a 41 anni di contributi versati. L’età di uscita, rispetto alla misura del 2023, aumenterà di un anno.
Ma ciò che cambia radicalmente nella nuova quota è la penalizzazione della quale non si ha traccia nelle precedenti quote. Il taglio dell’assegno sarà modulato in base all’età effettiva di uscita.
Nuova pensione a quota 104, qual è la penalizzazione dell’assegno?
La nuova pensione anticipata a quota 104, introdotta dalla bozza della legge di Bilancio 2024, conterrà una penalizzazione in base all’età effettiva di uscita. Si dovrà rinunciare, infatti, a circa il 12 per cento di assegno mensile, corrispondente alla parte retributiva dei contributi versati prima dell’entrata in vigore del sistema contributivo puro. Ovvero prima del 1° gennaio 1996 e, teoricamente, fino al 2012.
Il taglio dell’assegno di pensione scende all’aumentare dell’età di uscita effettiva. Infatti, rispetto al 12% per le uscite a 63 annidi età, se il neo pensionato ha 64 anni, il taglio è del 9 per cento. Uscendo a 65 anni il taglio scende al 6 per cento, mentre a 66 anni si perde “solo” il 3 per cento.
Ecco quanto si perde di pensione con quota 104 a seconda dell’età di uscita
Le penalizzazioni effettive della quota 104 sono pari al 12,93% per chi esce a 63 anni di età; al 9,24% per uscite a 64 anni; al 6,37% per le uscite a 65 anni; al 3,31% per uscite in prossimità della pension di vecchiaia, ovvero a 66 anni.
Non tutta l’assegno mensile subirà il taglio delle percentuali sopra indicate, ma solo la parte dei contributi versati nel periodo che va da prima del 31 dicembre 1995 fino all’anno 2012.
Un ulteriore taglio della pensione potrebbe essere riservato ai lavoratori appartenenti alle ex Casse previdenziali riguardanti gli enti locali, la scuola, la sanità e gli ufficiali giudiziari. Infatti, la parte dei contributi rientranti nel periodo del sistema retributivo potrebbe essere ridotta per effetto della rimodulazione delle aliquote di rendimento.
Si tratta del taglio che arriverà sulle pensioni di chi abbia versamenti nel periodo retributivo, per anzianità fino a 15 anni ed entro il 31 dicembre 1992. L’ulteriore penalizzazione è contenuta in una norma della bozza di legge di Bilancio 2024 della quale abbiamo preso visione.
Pensioni anticipate a 63 anni, tetto mensile e nuove finestre mobili
La nuova quota 104 subentra alla quota 103 che consentiva l’uscita un anno prima, all’età di 62 anni, unitamente a 41 anni di contributi. Come la quota in vigore quest’anno, anche la 104 conterrà un tetto di assegno mensile al di sopra del quale la parte di pensione andrà persa. Tale limite è fissato, nel 2023, a poco più di 2.800 euro mensili al lordo. Chi, per i contributi versati, ha diritto a una pensione più alta di questo tetto, fino alla maturazione della pensione di vecchiaia dei 67 anni di età percepirà sempre non più di 2.800 euro lordi mensili.
Tale limite corrisponde a un tetto di cinque volte il trattamento minimo dell’Istituto di previdenza (Inps). Inoltre, tra le novità in arrivo, vi è anche l’aumento della finestra mobile, ovvero del periodo tra la maturazione della pensione a quota 104 al pagamento effettivo del primo assegno. Per i lavoratori del settore privato dovranno passare sei mesi, per quelli della Pubblica amministrazione nove mesi.