Una vita dedicata al cinema, ma nella sua carriera ci sono anche tanta televisione e teatro. Gianmarco Tognazzi è figlio d’arte, è nato e cresciuto in questo mondo e di strada ne ha fatta veramente tanta. Una voce inconfondibile che lo ha portato a sperimentare anche come doppiatore. Attore comico o drammatico, ha recitato in decine di fil interpretando i ruoli più disparati. Sullo sfondo l’amore per i colori rossoneri, tramandati da papà Ugo. Per commentare l’impegno in Champions League e la sfida Psg-Milan, Tognazzi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Psg-Milan, Tognazzi a Tag24

Il Parco dei Principi inizia a riempirsi, e l’ansia sale. Il Milan di Stefano Pioli, dopo la sconfitta arrivata in campionato contro la Juventus, proverà a ripartire in Champions League anche se contro il Paris Saint Germain sarà tutt’altro che semplice. Nella massima competizione europea ai rossoneri serve una svolta. Nelle prime due giornate del girone, uno dei più complicati in assoluto, il Diavolo ha portato a casa due punti, facendo due pareggi a reti bianche. Per commentare Psg-Milan, Tognazzi, attore e noto tifoso milanista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Partita complicata, quasi proibitiva. Da tifoso milanista cosa ti aspetti?

“Molto dipende da noi e come al solito non siamo assistiti dalle coincidenze. Non voglio parlare di fortuna, ma da due anni di sicuro il Milan continua a far fronte a tante emergenze che ne condizionano la stagione. Tante defezioni in vari reparti, soprattutto dopo gli impegni delle varie Nazionali. Così è davvero difficile. Chukwueze e Okafor sono entrambi out ad esempio, e i rossoneri sono una squadra giovane che non si può permettere di rinunciare a tanti uomini. È vero che finalmente Pioli ha una panchina più lunga, ma se ogni volta manca qualcuno perché viene falcidiata dagli infortuni e dalle indisponibilità, è chiaro che diventa ancor più proibitivo”.

E dal punto di vista del gioco?

“Per il Milan sono proibitive soprattutto le partite contro squadre molto chiuse, e non penso che sarà il caso del Paris Saint Germain. A meno che proprio questa sera non decidano di snaturarsi e di giocare in base a quello che decideranno i rossoneri, in parte come ha fatto la Juve che anziché giocare con il 3-5-2 ha fatto il 5-3-2. La squadra di Allegri ha tenuto botta nel primo tempo perché i terzini erano completamente schiacciati dietro. Poi ha avuto l’occasione con l’ingenuità di Thiaw ed è chiaro che in 10 contro 11 la partita è cambiata. Questa sera con il Psg sarà però teoricamente un match più aperto, al netto del fatto che loro sono un dream team fatto da giocatori più forti della media e più abituati a determinate partite europee. Il Milan invece è una squadra giovane, salvo Olivier Giroud”.

Un’assenza pesante è anche quella di Loftus-Cheek…

“Questo è un problema ancora più grande perché per il Milan è fondamentale come tipologia di giocatore. Insomma è una partita complicata non solo per quello che potrebbe essere affrontare il Psg, in casa loro o a San Siro. Ma soprattutto per le troppe defezioni dei rossoneri. Siamo sempre in emergenza e questo obbliga anche a rientri prematuri. Krunic ad esempio, che poi mette la gamba in maniera scomposta nel gol con la Juve, è un giocatore che non giocava da un mese e mezzo. Poi le scelte le farà Pioli ovviamente, ma spesso non ha alternative. Lui e Kalulu rientrano da un lungo stop, sono a disposizione ma magari non al 100% della forma. Questo complica la partita. Al netto di questo però serve una concretezza davanti superiore”.

A proposito di questo, il Milan in Champions non ha ancora fatto gol. Ti preoccupa questo aspetto?

“Beh è sicuramente un limite. Jovic non ha ancora la condizione e questo fa sì che Pioli non abbia alternativa. Ma direi che il problema è molto più esteso. Anche contro la Juventus, al di là dei 10 contro 11, il Milan ha faticato a trovare conclusioni verso la porta. È una squadra in questo senso poco concreta, molto bella in alcuni casi e troppo prevedibile in altri. Lo schema è sempre lo stesso, palla a Leao e vediamo cosa inventa. Gli manca ancora quella cattiveria necessaria in alcuni match. Talvolta vedo un gioco lento, lezioso e per questo non sempre ti va bene. Altrimenti serve la soluzione estemporanea, tipo il gol di Locatelli. Va trovata la quadratura davanti e le sostituzioni, gli infortuni e le indisponibilità non hanno facilitato il lavoro di Pioli che ogni volta deve inventare qualcosa”.

Nei confronti del mister però c’è fiducia?

“Assolutamente sì, mi pongo solo qualche quesito sulla preparazione. Tutti questi risentimenti, ormai atavici nel Milan, di cosa sono frutto? Probabilmente sono sintomo di allenamenti molto performanti, ma rischiano di diventare un problema. Qualcosa che non va c’è. Una volta questa squadra, attraverso Milan-Lab, era noto perché era in grado di anticipare ogni problema muscolare. Quella strada è stata abbandonata e ora va fatta una riflessione. Le cose sono due: o sei sfigato marcio oppure va rivisto qualcosa”.