Cedola secca sugli affitti: Airbnb – Il Consiglio di Stato si allinea con la Corte di Giustizia dell’Unione europea. Per le case vacanze, gli appartamenti e i portali online cambierà la musica, poiché l’Organismo Consultivo di Governo richiede il pagamento delle tasse, e quindi sarà necessario riscuotere la cedolare secca. Vediamo insieme i punti principali della sentenza che sta generando tanto dibattito sul pagamento delle tasse.

Cedola secca Airbnb

 Nella sentenza n. 9188 del 24 ottobre 2023, il Consiglio di Stato ha accolto le raccomandazioni della Corte di Giustizia dell’Unione europea, ribadendo l’obbligo di riscuotere e versare al governo una cedolare secca sugli affitti brevi attraverso i portali.

Quanto si paga di tasse sugli affitti Airbnb?

 Per il 2023, la tassa sugli affitti brevi corrisponde al 21% del totale del canone di locazione, escludendo i costi legati alla pulizia ed eventuali penali. La cedolare secca funge da sostituto d’imposta.

Federalberghi spiega le condizioni presenti nella sentenza del Consiglio di Stato n. 9188 del 24 ottobre 2023, in cui vengono evidenziate le proposte accolte dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. La sentenza richiede la tassazione dei portali di prenotazione delle case vacanze o appartamenti. Di conseguenza, essi rientrano nel circuito di riscossione e versamento della cedolare secca sugli affitti brevi a favore dello Stato.

Come riportato in un articolo su ilsole24ore.com, Federalberghi promuove la trasparenza del mercato al fine di proteggere gli interessi di numerosi operatori che subiscono danni a causa della concorrenza sleale e dell’evasione fiscale, oltre a coloro che gestiscono le nuove forme di alloggio nel pieno rispetto della legge.

Secondo Federalberghi, si stima che Airbnb abbia causato un’evasione fiscale di circa 500 milioni di euro. Pertanto, sorge l’esigenza di creare un ambiente regolamentato che tuteli sia i proprietari che gli affittuari.

Federalberghi accoglie appieno la sentenza del Consiglio di Stato e auspica che la normativa venga applicata pienamente, obbligando la società web americana al versamento delle somme dovute all’erario, comprensive di interessi e sanzioni.

D’altra parte, questa è solo una delle numerose questioni legate agli affitti brevi, poiché mancano regole, controlli e sanzioni essenziali per proteggere i cittadini e le imprese.

Su cosa si paga cedolare secca Airbnb?

 In sintesi, le aliquote della cedolare secca sono le seguenti:

  • Una tassazione del 21% si applica ai contratti d’affitto a canone libero di immobili destinati all’uso abitativo.
  • È prevista una tassazione ridotta al 10% per i contratti d’affitto a canone concordato.

In precedenza, il 22 dicembre 2022, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso un giudizio sfavorevole nei confronti di Airbnb durante un ricorso sul regime fiscale italiano relativo agli affitti brevi introdotto nel 2017.

In base alla normativa italiana, è possibile acquisire informazioni sugli affitti e applicare le tasse in conformità con il regime fiscale nazionale. Tuttavia, dal 1° gennaio 2023, le normative europee impongono alle piattaforme digitali la comunicazione di tutti i dati necessari all’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’imposizione fiscale. Ciò include la comunicazione dei codici fiscali dei locatori, dei dati catastali degli immobili e dei redditi percepiti. Coloro che non forniranno questi dati potrebbero essere soggetti a provvedimenti di sospensione o restrizione.

Airbnb ha dichiarato la sua intenzione di cooperare con le autorità fiscali e rispettare la normativa vigente attraverso il pagamento delle imposte.