Mara Venier parla della sua malattia come mai aveva fatto prima. Un momento di straordinaria commozione per l’amatissima conduttrice, che nella sede Rai di Viale Mazzini è stata la testimonial per la presentazione de “I Giorni della Ricerca“. Il servizio pubblico dedicherà alla raccolta per l‘AIRC la settimana dal 5 al 12 novembre ed ancora una volta la padrona di casa di Domenica In sarà la testimonial più importante tra i tanti volti della televisione di stato. Lei che è volto della campagna dal 1996 e che per la prima volta, come mai aveva fatto prima, ha deciso di parlare con il cuore come dimostra il video su TAG24.
Mara Venier malattia, il video con le parole sul cancro
Mara Venier è visibilmente emozionata quando racconta gli inizi del rapporto con l’AIRC: “Sono ormai una veterana, è cominciato tutto con la seconda edizione di Domenica In. È nato un rapporto meraviglioso con Nadia che mi ha fatto da collante e mi ha fatto incontrare Umberto Veronesi. Tutto è cominciato nel 1996, allora devo dire che la raccolta aveva un’euforia pazzesca“. Poi ricorda un’edizione della maratona molto emozionante: “Un anno avevamo in studio Umberto Veronesi ed eravamo quasi arrivati a 5 miliardi, non dico che ho promesso di spogliarmi ma ho detto che mi sarei buttata per terra. Un imprenditore ha donato 250 mila lire e siamo arrivati alla cifra, mi sono buttato per terra”.
La popolare conduttrice confessa poi la lotta contro la malattia, il cancro che ha bussato alla sua porta facendole cambiare radicalmente il modo di vedere le cose: “È nato un grande rapporto con AIRC e non avrei mai pensato che molti anni dopo sarei dovuta correre in lacrime da Umberto Veronesi perché a Roma mi avevano fatto una diagnosi terribile. Tutto quello che si fa torna e anche a me è tornato”, poi l’anticipazione su quanto accadrà a Domenica In “Sarò molto emozionata ed onorata d’intervistare domenica 5 novembre il professor Cassano, è stato lui a operarmi qualche anno fa. Tutto è andato bene, sono corsa allo Ieo. Ho verificato sulla mia pelle quanto sia importante donare, quello che ho fatto forse con leggerezza non mi aveva fatto capire veramente cosa significasse avere una brutta diagnosi finché non l’ho vissuta sulla mia pelle”.
Il ricordo commosso del genero
Mara Venier parla anche del genero scomparso negli scorsi mesi: “L’ho vissuto anche su altre persone, non posso dimenticare il mio genero Pier che se ne è andato da pochi mesi ed era molto amato anche in Rai. È importante donare perché la prevenzione e la ricerca salvano la vita. Sono felice di cominciare ancora una volta con il numeratore e di chiudere domenica 12 sperando di dare dei numeri belli”. Un augurio che arriva a poche ore dal suo 73esimo compleanno, una maturità che l’ha portata anche a sconfiggere la paura di raccontare pubblicamente il dramma peggiore della sua vita che è riuscita a sconfiggere.