Quanti anni ha e cosa fa oggi Vittoria, la figlia di Melania Rea e Salvatore Parolisi? Quando la madre fu uccisa dal padre, nel 2011, aveva appena 18 mesi. Da qualche anno, per sua volontà, ha rinunciato al cognome paterno.
Quanti anni ha e cosa fa oggi Vittoria, la figlia di Melania Rea?
Il 18 aprile del 2011, mentre il padre uccideva la madre a coltellate in un boschetto di Civitella del Tronto, Vittoria, di appena 18 mesi, era nel seggiolone dell’auto di famiglia. Dormiva. Quando si sarebbe svegliata, sua madre sarebbe stata già morta. Oggi ha 13 anni e vive con i nonni materni e lo zio, Michele Rea, che ha da poco avuto un figlio, a Somma Vesuviana, il piccolo comune in provincia di Napoli che aveva visto nascere e crescere la madre Melania, poi trasferitasi ad Ascoli Piceno per seguire il marito, in servizio come caporal maggiore dell’esercito nella caserma locale.
Di lui – che sulla figlia ha perso da tempo la responsabilità genitoriale – Vittoria ha deciso di non tenere neanche il cognome. Dal 2020 non è più “Parolisi”, come il padre Salvatore, ma “Rea”, come la madre: Vittoria Rea. Va a scuola, secondo lo zio è una ragazza forte e determinata. Se la caverà, nonostante nella vita abbia già dovuto fare i conti con la più grande delle perdite: quella di entrambi i genitori. La madre, uccisa a 29 anni, e il padre, un assassino, con cui da anni non ha contatti, per decisione dei giudici.
Quando il padre uccise la madre nel Teramano, fingendo che fosse scomparsa
Per l’omicidio della moglie Melania, Salvatore Parolisi è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere. Ne ha scontati più della metà, ma sembra ancora non aver fatto i conti con le sue responsabilità. Continua, infatti, a dichiararsi innocente, sostenendo di essere stato “incastrato”, perché contro di lui non ci sono prove, come se tutti gli indizi raccolti a suo carico non fossero abbastanza.
Indizi gravi, come le tracce di Dna rinvenute nell’arcata dentaria della moglie, a dimostrare che, poco prima di morire, fosse con lei. Era il 2011. Parolisi la sorprese mentre si era appartata per urinare, nel boschetto in cui si erano recati per una gita di famiglia, colpendola con oltre 35 coltellate, prima al collo, per evitare che urlasse, poi in altre parti del corpo.
Un omicidio efferato, che avrebbe tentato di depistare manipolando la scena del crimine e denunciando la scomparsa della moglie. Gli inquirenti sono convinti che agì perché si sentì stretto in una morsa, avendo condotto, per diverso tempo, una vita parallela: una a casa, insieme a Melania e alla piccola Vittoria; l’altra fuori, con la collega più giovane che da un po’ frequentava.
La moglie l’aveva scoperto trovando un telefono cellulare che non aveva mai visto. L’aveva perdonato, ma si aspettava, forse, che sarebbe tornato sui suoi passi. Non lo aveva fatto: il giorno del delitto avrebbe addirittura chiamato Ludovica, l'”altra”, per chiederle di cancellare tutti i messaggi che si erano scambiati, possibili tracce del suo movente.
Che fine ha fatto Salvatore Parolisi?
Intervistato da “Chi l’ha visto” durante un permesso premio, lo scorso luglio l’uomo ha ribadito di aver avuto diverse relazioni extraconiugali, non mostrando alcun rispetto per la vittima. Gli esperti dicono che non si è mai pentito. Lo dimostra il fatto che a molti anni dall’omicidio, invece che ammettere il suo gesto, continui a preoccuparsi di come sarà la sua vita una volta che uscirà dal carcere.
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