Questa mattina, intorno alle ore 10.00, sono attese le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato prima del volo in direzione Bruxelles, dove si terrà il Consiglio europeo giovedì 26 e venerdì 27 ottobre. La leader del governo è chiamata ad un discorso in cui toccherà i principali punti che occupano le pagine internazionali, ma qualche preoccupazione arriva anche dal fronte interno.
All’estero continua a rimanere più che vivo il conflitto tra Israele e Gaza, con le parole di Antonio Guterres (segretario generale Nazioni Unite) di ieri che rischiano di peggiorare ancora di più la situazione. In Italia, invece, la maggioranza di governo sembra essersi scontrata in relazione al tema della prescrizione. L’accordo sarebbe dovuto arrivare nella serata di ieri ma tensioni tra esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno imposto un rinvio della Commissione Giustizia della Camera. Tiene banco, inoltre, la questione relativa al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, in stretta relazione alla Manovra 2024, che si profila estremamente cauta.
Giorgia Meloni in Senato: “Condanniamo senza ambiguità i crimini di Hamas”
Il presidente del Consiglio Meloni ha iniziato il discorso con la questione cruciale della guerra tra Israele e Gaza, evidenziando la ferma critica ad Hamas senza nessun tipo di ambiguità, seguita da un lungo applauso da parte di tutti i presenti (spicca l’assenza di Matteo Salvini).
“L’Unione europea è chiamata a dare risposte urgenti. Non sarà un consiglio di routine o semplice. La discussione sarà inevitabilmente condizionata dagli eventi in Medio Oriente. Sul tema voglio esprimere la mia vicinanza umana alle famiglie per il terrificante attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre, la mia grande preoccupazione per la sorte degli ostaggi e il mio profondo sgomento per la brutalità di Hamas. Non può esserci nessuna ambiguità nel condannare in modo fermo i crimini del gruppo terroristico, nessun distinguo a nessuna forma di antisemitismo, compresa quella che viene camuffata ad avversione allo stato di Israele.”
Giorgia Meloni: “Impedire la trappola di uno scontro tra civiltà”
Il presidente del Consiglio Meloni ribadisce la necessità di lavorare per una soluzione della crisi in Medio Oriente per evitare un allargamento del conflitto, che sarebbe tragico sia per la regione che per le conseguenze che avrebbe sull’Europa. D’altro canto, sottolinea la leader, non va dimenticata la questione umanitaria, rinnovando ancora una volta l’invito ad una apertura tempestiva del valico di Rafah.
“È necessario impedire la trappola di uno scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili. L’obiettivo di Hamas non era e non poteva essere difendere il diritto del popolo palestinese, ma procurare un conflitto molto più esteso costringendo Israele ad una reazione che minasse alla base di ogni tentativo di dialogo. Un’escalation implicherebbe l’ingresso di vicini come Libano, Siria, ma anche Russia e Cina, che di certo non disdegnerebbero vedere distolta l’attenzione dell’Occidente da altri scenari critici. La priorità immediata rimane l’accesso umanitario, per evitare esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare l’intera area del Medio Oriente e di conseguenza anche nel territorio europeo.”
Meloni sulla maggioranza: “Il governo ha un orizzonte di legislatura, fatevene una ragione”
Gran parte del discorso della leader del governo si è incentrato principalmente sulle questioni estere, lasciando nulla o quasi alla politica interna. Gli unici passaggi da segnalare riguardano la ferrea attenzione nei confronti dell’immigrazione, per cui si cita un provvedimento imminente riguardo il traffico di esseri umani.
“Inquieta vedere ricomparire nelle nostre strade il fenomeno dei lupi solitari, che uccidono innocenti pretendendo di farlo in nome di Dio, con tanto di successive rivendicazioni a nome dello Stato islamico. Vogliono tornare a colpire la nostra libertà, il nostro stile di vita. Vogliono vederci impauriti e pronti a rinunciare alla nostra quotidianità, e la nostra risposta, in Europa, deve essere forte e inequivocabile. Non ci riusciranno. Dobbiamo fare i conti con i rischi connessi anche alla radicalizzazione di immigrati spesso irregolari. Può esistere purtroppo un legame tra terrorismo e immigrazione irregolare. E ha sbagliato chi ha liquidato questo possibile nesso e portato avanti in passato politiche fallimentari delle porte aperte.”
Infine, una chiosa conclusiva riguardo la stabilità del suo governo, negando fermamente ogni screzio e ribadendo la volontà di arrivare fino al termine della legislazione.
“La nostra maggioranza politica è compatta, fatevene una ragione. Il governo ha un orizzonte di legislatura.”