La grassofobia è la discriminazione basata sul peso corporeo e, purtroppo, è un problema sempre più diffuso nella società contemporanea.

Questa forma di pregiudizio e discriminazione si concentra sulla stigmatizzazione delle persone in sovrappeso o obese, creando un ambiente ostile che può avere conseguenze significative per la salute mentale e il benessere delle vittime.

In questo articolo vedremo le origini della grassofobia, come essa si è sviluppata nel corso del tempo e l’impatto che ha sulla società odierna.

Cos’è la grassofobia

La grassofobia è una vera e propria paura, quasi panico, del grasso corporeo. Ciò si esprime sia direttamente che subliminalmente nella stigmatizzazione e nella discriminazione strutturale dei corpi in sovrappeso.

Come viene camuffata la grassofobia? Con battute simil-scherzose, con “finte preoccupazioni” sulla tua salute, con occhiate e sorrisini, con frecciatine. Dietro tutto questo si cela questa convinzione: sei sovrappeso, sei meno attraente, se meno in salute, vali di meno.

Ora immaginate quanto sia dannoso e doloroso per ogni persona oggetto di questo pregiudizio. Siamo schiavi di un ideale di bellezza standardizzato, di corpi che devono essere tutti uguali, fatti in serie. E per coloro che sono fuori dagli schemi non c’è spazio.

E non basta dire che “tutte le persone sono uguali”, perché non è vero. Perché nella realtà basta davvero poco per essere discriminati.

Non siamo tutti progettati per avere lo stesso BMI. Non siamo tutti progettati per essere magri. Non siamo tutti progettati per essere standard.

A proposito di BMI, ricordate che questo concetto è comunque estremamente discutibile, poiché non tiene in alcun modo conto di come è composto o distribuito il peso corporeo.

Anche la classificazione in sottopeso, peso normale e sovrappeso è problematica perché è troppo generalizzata e si basa su uno studio condotto da una compagnia di assicurazioni sulla vita americana negli anni ’50. E poi che cosa vuol dire normopeso? Per chi è normale? Chi lo ha stabilito?

Le persone in sovrappeso sono automaticamente meno sane?

La risposta è no!

Può sembrare sorprendente, ma non esiste un collegamento causale e generalizzabile tra maggior peso e salute (e non sto parlando ovviamente di obesità patologica).

Non è dimostrato che le persone in sovrappeso vivano generalmente una vita più breve; una mortalità più elevata è stata dimostrata solo nelle forme estreme del cosiddetto sottopeso o sovrappeso.

Statisticamente parlando, le persone con un BMI leggermente superiore al livello apparentemente sano vivono più a lungo.

Un peso maggiore o minore può essere un sintomo di una malattia, ma di solito non ne è la causa. È importante distinguere tra correlazione e causalità: anche se un peso maggiore può essere correlato a malattie, non ne è la causa: per entrambe le condizioni può esserci un’altra causa.

Semplicemente bisogna rassegnarsi al fatto che non è possibile trarre conclusioni affidabili sulla vita, il carattere o la salute di una persona dal suo aspetto o dal suo peso.

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La grassofobia e il costante stigma sociale

Pensate al costante stress mentale causato dallo stigma sociale e dall’atteggiamento dei sempre più innumerevoli grassofobici.

Tra queste rientrano le micro-aggressioni quotidiane, ovvero messaggi sprezzanti che le persone colpite ricevono attraverso comportamenti o dichiarazioni quotidiane, spesso inconsce, da parte di chi le circonda.

Si può trattare di una battuta, di una domanda come “ma sei ingrassato/a?” (ma ti fai gli affaracci tuoi!), si può trattare di sguardi e commenti invasivi durante i pasti o la spesa, la reazione di panico o di ostilità degli altri passeggeri quando cercano di occupare un posto accanto sui mezzi pubblici, gli sguardi giudicanti nelle palestre, per finire agli sguardi sprezzanti delle commesse nei negozi di abbigliamento.

Le persone con un BMI più elevato sono anche sottovalutate sul lavoro, hanno meno possibilità quando si tratta di candidature o promozioni e sono statisticamente pagate meno. Ci rendiamo conto? Una vera e propria discriminazione in atto.

Grassofobia fatta camuffata da preoccupazione per la salute

Questa è la forma più ipocrita di grassofobia.

“Sono preoccupato per te, per la tua salute” e intanto di stigmatizzo.

Le presunte preoccupazioni sulla salute di chi è in sovrappeso, tentano di mascherare il fatto che la verità che la società non accetta il grasso corporeo e che viene pre-giudicato come un male, a prescindere.

Questo comportamento è messo costantemente in pratica anche dai medici. Sia che tu vada da un ortopedico, ginecologo, dermatologo, qualsiasi specialista ti dirà “innanzitutto devi perdere peso”, così, a prescindere da qualsiasi cosa.

Ma perché? Corpo, salute e alimentazione sono questioni private che non dovrebbero essere COSTANTEMENTE discusse o commentate pubblicamente.

Perché tutti si sentono in diritto di dire la propria sul peso degli altri?

È mai possibile che il peso debba influire sulla carriera, sulla vita sociale, sulle cure mediche? Parliamo tanto di inclusività e body positivity e poi?!

In conclusione, la grassofobia è una forma diffusa di discriminazione legata al peso corporeo che sta crescendo nella società.

Le origini derivano da serie di fattori, tra cui stereotipi sociali, pressioni esterne per conformarsi agli standard di bellezza dominanti e la diffusione dei media che promuovono immagini irrealistiche del corpo.

Questa discriminazione ha un impatto negativo sulla salute mentale e il benessere delle persone colpite, contribuendo a problemi come ansia, depressione e disturbi alimentari.

È fondamentale combattere la grassofobia, come combattiamo ogni altro tipo di discriminazione, promuovendo la consapevolezza, l’empatia e l’accettazione della diversità corporea.