Shanghai Petroleum and Natural Gas Exchange (SHPGX) ha annunciato che lo yuan digitale è stato utilizzato per la prima volta all’interno di un’operazione relativa al mercato petrolifero. La transazione è avvenuta il passato 19 ottobre, quando PetroChina International ha acquistato un milione di barili di greggio. Se non sono stati resi noti la società che venduto il petrolio e il prezzo della transazione, la base della stessa non dovrebbe discostarsi dal prezzo prezzo ufficiale del paniere OPEC, che il 19 ottobre era di 95,72 dollari al barile.
La transazione è avvenuta dopo che lo Shanghai Municipal Party Committee e il Governo Municipale avevano chiesto di adottare la moneta digitale della banca centrale cinese (CBDC), nota anche come e-CNY, per le operazioni di commercio internazionale. Si tratta di un vero e proprio evento, salutato come tale dal quotidiano statale China Daily, che lo ha definito come un altro importante passo in avanti per la CBDC di Pechino.
Un passo verso la de-dollarizzazione
La notizia della transazione in questione va considerata con estrema attenzione. La sua importanza è da collegare ad una tendenza ormai in atto da mesi, quella verso la de-dollarizzazione. Una tendenza che è stata accelerata dal sempre più evidente fastidio verso il cosiddetto potere imperiale del dollaro, usato dagli Stati Uniti come una sorta di randello verso i Paesi non allineati.
Un fastidio che è stato sfruttato dalla Cina per portare gli scontenti nella sua orbita, come è accaduto per l’Arabia Saudita, entrata a far parte dei cosiddetti BRICS da pochi mesi. BRICS che con l’ingresso del Paese mediorientale, di Argentina, Egitto, Etiopia, Iran e degli Emirati Arabi Uniti rappresenteranno il 36% del PIL mondiale.
Le implicazioni di quanto sta accadendo non sono soltanto di carattere economico, ma anche politico. In pratica, per gli Stati Uniti e i suoi alleati sarà sempre più complicato usare le sanzioni per condizionare i Paesi che sono considerati sgraditi. Inoltre, il dollaro dovrà essere sostituito da altre valute e in questo ruolo si propone proprio lo yuan digitale. La CBDC su cui la Cina sta lavorando ormai da anni, quindi potrebbe consegnare il potere di guida a livello globale proprio al gigante asiatico.
La crescita dello yuan
L’accordo sul greggio può essere considerato un passaggio estremamente importante per lo yuan, che sta aumentando la sua penetrazione a livello internazionale. Secondo quanto riportato dal China Daily, nel corso dei primi tre trimestri del 2023 l’uso della valuta sovrana cinese nei regolamenti transfrontalieri è aumentato del 35% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1,39 trilioni di dollari.
Già in precedenza lo yuan era stato utilizzato per operazioni transfrontaliere. A marzo era entrato in una operazione di acquisto del gas naturale liquefatto (GNL) sull’SHPGX, che aveva visto impegnate la francese Total Energies e la China National Offshore Oil Corporation (CNOOC). La settimana passata, poi, la stessa CNOOC aveva condotto un’altra transazione con la francese Engie.
L’importanza dello yuan digitale
In queste operazioni, però, non era stato utilizzato lo yuan digitale. Questa prima transazione può essere considerato comunque un semplice assaggio. Sempre il 19 ottobre, infatti, a margine del terzo Belt and Road Forum for International Corporation, che si era concluso il giorno precedente, la First Abu Dhabi Bank aveva annunciato la firma di un accordo relativo alla CBDC cinese con la Bank of China, la banca commerciale di proprietà statale. In pratica, La Cina e gli Emirati Arabi Uniti useranno la piattaforma mBridge per supportare le transazioni transfrontaliere con lo yuan digitale. Il lancio della piattaforma dovrebbe avvenire entro il prossimo anno.
Proprio allo yuan digitale, peraltro, è stato affidato un ruolo centrale nella strategia di Pechino. Un ruolo che inizia a far paura anche dalle parti di Washington, ove non a caso si inizia a parlare di dollaro digitale. A farlo è soprattutto il gruppo radunato intorno all’ex commissario della CFTC Chris Giancarlo, che propone il Digital Dollar Project.
Il progetto è però soltanto nella fase di studio e per quando arriverà la de-dollarizzazione potrebbe aver già fatto passi da gigante. Con una conseguenza estremamente sgradita agli Stati Uniti, ovvero il passaggio delle consegne alla Cina, nella veste di nuova superpotenza globale.