Il caos al Congresso ha agitato le ultime settimane della politica statunitense. Al momento il nuovo eletto è Mike Johnson, rappresentante della Louisiana e filo trumpiano.
Johnson non era però la prima scelta bensì la quarta. Prima di lui i tre nominati hanno rinunciato al momento delle votazioni, rendendosi conto di non avere sufficienti voti per la ratifica della carica.
I candidati precedenti erano Steve Scalise e Jim Jordan: il primo, repubblicano ma si posizioni ben più moderate rispetto a quelle di Donald Trump, aveva rinunciato ancora prima del voto. Il secondo, Jordan, si è ritirato dopo tre tentativi finiti nel nulla. Il ritiro è arrivato anche per il terzo nominato, solo una manciata di ore dopo la ricezione della comunicazione: si trattava di Tom Emmer.
USA, il trumpiano Mike Johnson è lo speaker: già noto per essere l’architetto della contestazione a Biden il 6 gennaio 2021
L’ex presidente USA, Trump, ha utilizzato il suo “Truth Social” come megafono per esprimere le proprie opinioni in merito ai candidati alla carica di speaker ed esortare o meno al voto per loro. Si è espresso fermamente contrario alla nomina di Emmer, definito “rino”, un acronimo utilizzato negli States per coloro che vengono considerati “finti” repubblicani. Trump, infatti, lo considera colpevole di non essersi mai piegato alle sue indicazioni all’interno del partito. Ben più in linea con le posizioni dell’ex presidente USA risulta invece essere Johnson. Egli è in politica dal 2015 per la Camera dei rappresentanti della Louisiana, dove vinse le elezioni per mancanza di avversari.
USA: mai nessuno speaker era stato rimosso dalla carica
Il 4 ottobre scorso si è scritta una pagina nuova nella storia degli Stati Uniti. Per la prima volta lo speaker della Camera dei rappresentanti Kevin McCarty è stato rimosso dalla sua carica, a 9 mesi dalla sua nomina. La mozione di sfiducia è arrivata dal suo stesso partito, quello repubblicano. L’accusa era di negoziazioni con i democratici per quanto riguarda lo shutdown. La destituzione è arriva dall’ala più trumpiana del partito e la mozione è passata con 216 voti a favore e 210 contrari.
Di fatto i lavori alla camera sono rimasti fermi fino alla nomina di un nuovo speaker, durata oltre 20 giorni. Sul tema era intervenuto lo stesso presidente Joe Biden, ribadendo la necessità di arrivare ad un accordo dal momento che “le sfide urgenti che la nostra nazione deve affrontare non aspetteranno.”
Biden al nuovo speaker Johnson: “Bisogna agire rapidamente con gli aiuti per Israele e Ucraina”
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto, nel corso della giornata di oggi 25 ottobre 2023, a Mike Johnson, il neo eletto speaker della Camera dei Rappresentanti di approvare al più presto l’invio degli aiuti necessari ad Israele e all’Ucraina. Dopo essersi congratulato con il candidato vincitore, il Presidente degli Usa ha detto:
“Abbiamo bisogno di muoverci rapidamente per affrontare le nostre esigenze di sicurezza nazionale ed evitare uno stop in 22 giorni. Anche se abbiamo disaccordi importanti, ci dovrebbe essere uno sforzo reciproco per trovare un terreno comune dovunque possiamo. Questo è un momento per tutti noi di agire in modo responsabile”.