L’Unione degli Universitari (Udu) ha presentato oggi 24 ottobre 2023 a Roma la prima indagine ufficiale a livello nazionale sulla questione del caro affitti. Tag 24 ha intervistato Simone Agutoli, responsabile della questione abitativa per l’Udu, per saperne di più sui risultati emersi dalla statistica – che ha coinvolto più di 20 mila studenti – e per avere anticipazioni sul primo incontro con la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, fissato per il prossimo 30 ottobre 2023.
‘Emergenza fuori sede’, i dati dell’indagine sul caro affitti dell’Udu
Nel corso della mattinata di oggi, martedì 24 ottobre 2023, i rappresentanti dell’Udu – l’associazione che porta il nome di “Unione degli Universitari” – a Roma ha presentato i dati raccolti in un’indagine a livello nazionale sul problema del caro affitti. Il report ‘Emergenza fuori sede’ si basa sull‘indagine ‘Senza casa, senza futuro’ promossa con Cgil e Sunia. Le statistiche sono state effettuate sulle riposte di 20 mila studenti in tutta Italia. Tag24 ha intervistato Simone Agutoli, responsabile della questione abitativa dell’Udu, per approfondire la questione.
D: Com’è andata la conferenza stampa di oggi a Roma? Quali sono i dati raccolti dall’Udu in merito all’emergenza del caro affitti?
R: I dati sono assolutamente preoccupanti. Ce lo aspettavamo. Purtroppo non prevedevamo di ottenere risultati migliori. Per quanto riguarda i canoni d’affitto, le cifre sono molto alte, è una conferma. Si parla in media di 370 euro al mese, che con l’aggiunta delle spese condominiali e delle bollette arriva a superare i 450 euro per uno studente secondo la media nazionale. Ci sono grosse differenze nel territorio.
D: Quali sono le città più care in Italia in cui vivere e studiare?
R: Le città in cui si soffre di più per il problema del caro affitti sono Milano, Bologna e Roma. E’ un podio di riconferme ma la situazione è grave anche in tutto il resto del paese. Sono le città più care in assoluto, superano ogni record: parliamo di una spesa minima di 500/600 euro al mese. Una cifra incompatibile con il diritto allo studio. In questo modo l’università diventa qualcosa di inaccessibile per chi è più bisognoso o si trova in fasce di reddito basse della popolazione.
Un altro elemento interessante che è emerso dall’indagine è il problema del “nero”: abbiamo stimato che il 5,5 % dei contratti di affitto ad oggi sono in nero, con punte del 25% a Napoli. Ci sono varie città del sud Italia che superano il 20%, tra cui Palermo. I contratti non completamente regolari sono più del 10-15%. Gli studenti hanno già poche tutele, se poi si devono anche preoccupare per gli affitti in nero è finita. C’è una grande difficoltà economica, dai dati emerge che più del 30% degli studenti si trova in condizioni economicamente complesse. Solo uno studente su tre oggi in Italia riesce a pagarsi l’alloggio in modo tranquillo. Sono dati veramente tristi che dimostrano lo stato deteriorato del diritto allo studio in Italia ormai. La questione è assolutamente fuori controllo. In molte città se hai un reddito basso non studi secondo l’indagine. Città come Milano, Bologna e Roma in realtà escludono gli studenti fin dall’inizio: in questi posti ci vai a studiare solo se puoi permettertelo, se magari hai entrambi i genitori che lavorano.
L’incontro degli studenti con la ministra Bernini
D: Cosa vi aspettate dall’incontro con la Ministra Bernini? Vi darà ascolto?
R: Eh bella domanda. L’incontro con la Ministra Bernini – la prima volta che ci ascolta – si terrà a Roma nella sede del ministero dell’università il 30 ottobre 2023. La speranza è l’ultima a morire. Noi abbiamo quattro proposte: la prima riguarda la richiesta di un fondo per aiutare i fuori sede di 100 milioni, da erogare immediatamente agli atenei e alle regioni, per tamponare la situazione almeno. Il secondo punto riguarda le borse di studio: chiediamo almeno 300 milioni per aumentarle e garantire il diritto allo studio. Sulla terza questione dovrà intervenire il ministro Salvini, perché il problema verte sulla leva fiscale: bisogna rivedere il regime fiscale, cercando di favorire il canone affitti concordato, disincentivando invece gli affitti brevi turistici. La quarta richiesta è sugli alloggi universitari pubblici, questa resta la chiave con cui assicurare a tutti il diritto allo studio. Devono essere accessibili ad ogni studente, indipendentemente dal reddito di famiglia. Oltre a queste proposte proveremo ad affrontare il problema del caro affitti a tutto tondo con la Ministra Berini, dal supporto allo studio ai problemi legati alla nostra generazione, la precarietà. E’ la prima volta che la ministra incontrerà – ed è il caso di dire finalmente – tutte le associazioni studentesche, oltre a l’Udu ci saranno anche Link, Primavera degli studenti, Azione Universitaria, ci siamo tutti.
D: Il confronto con la ministra Bernini si è fatto attendere, come mai ora ha accettato la vostra richiesta?
R: Sicuramente grazie ai fatti e alle proteste accaduti di recente, dopo aver messo le tende davanti a Montecitorio c’è stata molta pressione. Crediamo che sia stata messa proprio alle strette e che abbia dovuto accettare di incontrarci. Anche perché il ministro Valditara ci ha incontrato prontamente, ha risposto subito alla chiamata per avere un colloquio con la Rete degli Studenti, i nostri colleghi. La Bernini sentirà il 30 ottobre tutte le associazioni degli studenti, ma non deve dedicarci un quarto d’ora ciascuno: le questioni vanno affrontate seriamente, con il giusto spazio, perché la situazione è insostenibile. Vedremo le modalità, speriamo ci sia dato abbastanza spazio. Abbiamo paura che non ci verranno date riposte in merito alla legge di bilancio. Non è una grande vittoria avere la possibilità di confronto con la ministra perché dovrebbe essere una cosa scontata.