Oggi c’è stato l’incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Israele. Macron ha incontrato i famigliari delle vittime del terrorismo e degli ostaggi, si stima che più di duecento persone siano ancora in mano ad Hamas. Oltre a Netanyahu il presidente francese ha incontrato anche il capo di Stato israeliano Herzog. Il presidente francese incontrerà anche Abu Mazen a Ramallah.
Incontro Macron-Netanyahu: cosa si sono detti?
E’ il giorno della visita di Emmanuel Macron in Israele. Il presidente francese nel discorso fatto assieme al primo ministro israeliano Netanyahu ha detto che la coalizione contro lo Stato islamico dovrebbe combattere anche contro Hamas e chiede un deciso rilancio del processo politico con i palestinesi. Una ferma condanna alle azioni terroristiche e un progetto per il ritorno della diplomazia per garantire una pacifica convivenza tra due popoli in guerra da quasi ottant’anni: questo emerge dall’incontro a porte chiuse a Gerusalemme. Il conflitto nel frattempo prosegue: ieri c’è stato un tentativo da parte dell’Idf di entrare nella Striscia di Gaza.
“Hamas è un gruppo terroristico”
Macron ha sostenuto che la Francia è al fianco di Israele nella sua lotta contro Hamas definito come un gruppo terroristico il cui obiettivo è la distruzione dello Stato ebraico. Il presidente francese ribadisce poi che il suo Paese è pronto a dare una mano nella lotta al terrorismo:
“La Francia è pronta alla cooperazione internazionale nella lotta contro Daesh per partecipare alla lotta contro Hamas “
Hezbollah e l’Iran: l’avvertimento del presidente francese
Spazio anche a un avvertimento ad Hezbollah e all’Iran che recentemente hanno minacciato di espandere il conflitto. Il discorso di Macron è in riferimento alle crescenti tensioni sul confine nord di Israele con il Libano. Un conflitto su scala regionale potrebbe costituire per il presidente francese un vero e proprio disastro che avrebbe un elevato costo di vite:
“Avverto qui Hezbollah, il regime iraniano, gli Houthi nello Yemen e tutte le fazioni della regione che minacciano Israele, di non correre il rischio sconsiderato di aprire nuovi fronti. Ciò aprirebbe la porta ad una conflagrazione regionale dalla quale tutti perderebbero. Facciamo di tutto per non aggiungere lacrime a lacrime e sangue a sangue”
La diplomazia
Il capo di Stato francese ha poi detto che sarà fondamentale un deciso rilancio del processo politico con i palestinesi. Secondo Macron la stabilità della regione sarà garantito solo se la risposta di Israele alla violenza sarà bilanciata. Il presidente francese ha ribadito l’importanza di accettare il diritto dei palestinesi ad avere un territorio e uno Stato, in pace e sicurezza accanto a Israele.
Incontro con Abu Mazen a Ramallah
“Avrò la possibilità di andare a Ramallah in giornata” ha confermato Macron anche se l’ipotesi di un incontro con il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, non era stata confermata dall’Eliseo. Il presidente francese ha anche detto che domani incontrerà “alcuni leader della del Medio Oriente” per continuare la mediazione sul conflitto, senza nominarli.
Le parole di Netanyahu
Prima che Emmanuel Macron parlasse al termine dell’incontro a porte chiuse, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato alla stampa dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. L’operazione “Al-Aqsa Flood” che ha preso alla sprovvista lo Stato ebraico è stato definito dal premier come il peggiore atto antisemita dai tempi dell’Olocausto e lo paragona all’11 settembre. Nessuna tolleranza per Hamas – definiti come “nazisti“-, come è stato già ribadito più e più volte negli scorsi giorni. Netanyahu ha detto che lo Stato israeliano sta facendo tutto il possibile per distruggere Hamas:
“Smantelleremo la macchina del terrore di Hamas e la sua struttura politica. Faremo tutto il possibile per liberare i nostri ostaggi e faremo tutto il possibile per evitare che i palestinesi subiscano danni. Hamas ha commesso un doppio crimine prendendo di mira e uccidendo gli israeliani ma anche nascondendosi dietro i propri civili”
Infine il premier ha detto che gli abitanti di Gaza devono andare verso sud, dove sarà consentita la fornitura di aiuti umanitari. Un’ultima accusa è stata rivolta ai miliziani di Hamas indicati come responsabili delle perdite di civili palestinesi. Nel suo discorso Netanyahu insiste sull’atteggiamento criminale di Hamas:
“I bambini ebrei sono stati costretti a nascondersi nelle soffitte come Anna Frank mentre i terroristi di Hamas imperversavano in tutto il sud del Paese”
Netanyahu chiude la conferenza stampa dicendo che Israele farà del proprio meglio per evitare queste perdite e mettere la parola fine al conflitto. In questo momento il premier si trova ad affrontare un momento difficile per quanto riguarda la situazione politica interna.