Pink overdose letale? Non è una delle tante fake news in giro per la Rete che riguardano la star internazionale ma si tratta di un fatto realmente accaduto. Per la gioia dei fan, però, si tratta di un fatto accaduto in passato. Lo ha svelato la stessa artista in queste ore raccontando alcuni passaggi complicati del suo passato tribolato che non ha mai nascosto più di tanto ma che non ha neanche davvero snocciolato del tutto. Lo scenario che è emerso da queste dichiarazioni è piuttosto intenso, tra una famiglia violenta e la sua consequenziale voglia di sganciarsi da tutto questo fin dalla tenera età. Ecco come ha rischiato di morire e come si è salvata la voce di “Lady Marmalade” e “So What”.
Pink overdose, il suo racconto
Alecia Beth Moore, questo il vero nome della cantante nata a Doylestone, ha confessato di aver visto in faccia la morte e di essere sopravvissuta al peggio quando aveva solo sedici anni. Le parole, che stanno scioccando i suoi seguaci in tutto il mondo, sono state pronunciate all’interno del programma televisivo “60 Minutes” dove ha rievocato un lontano Giorno del Ringraziamento del 1995 quando, ad un rave, provò di tutto per il totale di un mix di droghe pesanti tra cui:
- ecstasy
- polvere d’angelo
- cristalli
- popper
Il risultato è stata un’overdose quasi letale che ha rischiato di stroncare sul nascere la vita di una delle artiste più rilevanti della scena internazionale musicale degli ultimi dieci anni. Il bivio della vita passata di Pink arriva qua. Se, infatti, la collega Demi Lovato, ultimamente tornata alle cronache per aver avvistato un UFO, raccontò che un pusher la stuprò proprio approfittando del suo stato incosciente, la cantante dai capelli colorati invece fu più fortunata perché fu salvata dai suoi amici che la portarono di corsa al Pronto Soccorso dove le fu somministrata una dose di adrenalina in grado di riportarla in vita. Nessuna esperienza extra-sensoriale per lei, comunque, a differenza della collega Madonna che, in punto di morte, dichiarò di aver sentito la voce di sua madre.
L’adolescenza ribelle
Le ragioni dell’overdose di Pink vanno ricercate nel suo passato, passato che racconta lei stessa nella stessa intervista:
“Sono cresciuta in una casa dove ogni giorno i miei genitori si urlavano addosso, lanciandosi oggetti. Si odiavano a vicenda. Quell’ambiente familiare tossico influì negativamente sulla mia adolescenza. Iniziai a consumare e vendere droga, fui cacciata di casa e abbandonai la scuola superiore. Mi sentivo punk, ero fuori dai binari.”
Quella seconda opportunità di esistenza, Pink la colse in pieno. Alcuni mesi dopo, infatti, firmò il suo primo contratto discografico con un gruppo r&b di sole ragazze. Da lì partì la sua carriera e, quando arrivò il debutto da solista, decise di omaggiare quel suo passato torbido portandosi dietro il nome con cui era conosciuta da adolescente e con cui è poi diventata famosa in tutto il mondo.
Pink overdose, il presente
Se questo brutto episodio risale al passato, ora Alecia è una star internazionale che sfida sé stessa non più con le droghe ma con un atteggiamento di crescita che racconta così:
“Continuo a pretendere sempre di più da me stesso fisicamente, emotivamente, spiritualmente, vocalmente. Voglio alzare sempre l’asticella. Quando dicono che una donna deve rallentare, diventare più piccola, occupare meno spazio, calmarsi…no. Assolutamente no.”
Ora, per fortuna, l’unica overdose che Pink rischia è quella di canzoni belle.