Per secoli la donna è stata considerata inferiore all’uomo, meno intelligente e capace di ricoprire i ruoli di moglie e madre. In realtà, sappiamo che non era solo la gente comune a pensarlo, anche la scienza riteneva che il cervello funzionasse in modo diverso in base al sesso biologico. Secondo alcuni studi, il cervello femminile è in media più piccolo dell’11% rispetto a quello maschile, se correlato con le dimensioni globali del corpo. Molti scienziati in passato ritenevano che le diverse dimensioni del cervello tra i sessi dimostrassero che uomini e donne fossero in possesso di abilità cognitive differenti.

Quali sono le differenze di genere? La struttura del cervello

Alcune ricerche hanno evidenziato delle differenze strutturali tra i cervelli maschili e femminili: in passato si era osservato, ad esempio, come amigdala e ippocampo fossero diversamente sviluppati in base al sesso. Dato che queste due strutture cerebrali sono legate rispettivamente
alla gestione delle emozioni e alla memoria e orientamento, per diversi anni si è creduto che questi studi confermassero le differenze nelle abilità e capacità tra uomini e donne. Di recente è stato dimostrato che non è possibile distinguere il sesso di una persona osservando la struttura del suo cervello.

I risultati di alcuni studi

Secondo uno studio del 2015, i cervelli sono come “mosaici”, composti da un insieme di tante caratteristiche, alcune delle quali sono generalmente considerate maschili e altre femminili. Non esiste un cervello che sia composto interamente da “caratteristiche maschili” o “femminili”. Altri studi hanno confermato che le dimensioni del cervello non sono correlate alle abilità cognitive, o alle differenze di genere nell’intelligenza, in quanto la complessità delle connessioni neurali è molto più importante della grandezza dell’organo. Tramite strumenti di ricerca più moderni, si è anche dimostrato che non esistono differenze strutturali sostanziali tra i cervelli maschili e femminili.

Perché gli studi del passato avevano portato a interpretazioni sbagliate?

Secondo la neuroscienziata Cordelia Fine, la scienza si era convinta che ci fosse una differenza intrinseca tra i cervelli a causa di una serie di bias: questo fenomeno si chiama “neurosessismo”. In pratica, fine riteneva che attraverso gli studi si cercasse di avvalorare la tesi che i cervelli fossero biologicamente differenti. Come? Basandosi su dati parziali o ipotesi prese per definire; facendosi influenzare dagli stereotipi culturali del tempo. Anche secondo la neuroscienziata Gina Rippon, spesso le ipotesi formulate da queste ricerche erano influenzate proprio dagli stereotipi genere e le conclusioni derivavano dalla concezione che il comportamento di genere fosse innato.

La componente biologica, e quella culturale, come incide sulle esperienze personali?

Secondo Rippon, i comportamenti degli individui (come essere più bravi in matematica, o nelle lingue), non dipendono da una componente biologica, ma sono influenzati da più fattori, come le esperienze personali; le norme culturali; le disuguaglianze e gli stereotipi di genere ed il benessere economico.