Al contrario delle credenze e dei pensieri più diffusi, piangere fa bene alla salute. I benefici sono non solo dal punto di vista emotivo, ma anche fisico. Il pianto è una risposta emotiva che si manifesta con la fuoriuscita di lacrime dai nostri occhi, ma in realtà, coinvolge tutto il nostro corpo. Quando si piange, si innescano una serie di meccanismi psicofisici che possono avere dei risvolti positivi su tutti noi.

Piangere fa bene alla salute: ecco perché

Il pianto, per tutti gli esseri umani, è una manifestazione esterna delle emozioni, nonché un modo di comunicare ciò che si prova. Ognuno di noi ha una sensibilità diversa e dunque le reazioni di fronte ad un determinato evento non sono le stesse per tutti quanti. Se da una parte c’è chi ha la “lacrima più facile”, dall’altra c’è invece chi addirittura si sforza per non piangere.

Erroneamente, spesso e volentieri, nella nostra cultura piangere, soprattutto superata una certa età, non viene percepito come un comportamento adulto ed adeguato. Purtroppo viene interpretato come segno di debolezza o di incapacità a controllare le proprie emozioni. Tutto questo però non ci aiuta, non è funzionale e può addirittura causare ulteriore malessere.

Al contrario inoltre di quanto comunemente si crede, piangere fa bene alla salute. Ma come mai? A dirlo sono direttamente gli esperti. Sia dottori e medici specializzati nel settore, sia psicologi, psichiatri e psicoterapeuti.

I benefici del pianto sono molteplici. Vediamo i principali.

  • Piangere riduce i livelli di cortisolo, il quale viene espulso tramite i pianti emotivi. Di conseguenza nella persona che piange diminuiscono i livelli di stress mentali e fisico.
  • Le lacrime contengono un enzima che svolge un ruolo importante nella lotta ai batteri che possono annidarsi intorno ai nostri occhi o sulle mucose del viso.
  • Il pianto riduce la percezione di dolore. È un atto del tutto naturale che ci permette di rilasciare endorfine e ossitocina, che ci fanno sentire meglio. Questi sono detti “ormoni del benessere”.
  • Il pianto regola il battito cardiaco e, una volta terminato di lacrimare, migliora il riposo e la respirazione.
  • A livello psicologico, puo’ aiutare a liberarsi di sensazioni e sentimenti che fanno soffrire e stare male. Aumentano così il tono dell’umore e il benessere mentale.
  • Piangere è importante e non deve essere visto come un atto negativo. Se dunque quando si piange sia all’interno di un ambiente sano, questa azione può generare empatia, supporto e condivisione con altre persone.

Ricordiamo che comunque, dopo un pianto, si possono verificare fenomeni come un forte mal di testa (qui vi spieghiamo il motivo).

Cosa dice la scienza?

Come è ormai noto a tutti quanti, il corpo e la mente non sono mai separati. L’atto di piangere comporta dei benefici sia dal punto di vista fisico, che dal punto di vista emotivo. Non esternare mai le proprie emozioni in questo modo può essere un grande segnale di malessere, così come lo è il suo estremo opposto (piangere sempre).

In entrambi i casi, spesso e volentieri, dietro a tali due comportamenti eccesivi si nascondono disagi di un certo tipo che necessitano di essere ascoltati e supportati con l’aiuto di una terapia specifica con professionisti del settore.

Specialmente negli ultimi anni, si sta diffondendo l’idea che pianto posso aiutare le persone a stare meglio, anche se, come abbiamo ripetuto più volte, ci sono ancora una serie di false ed errate credenze che vanno contrastate e abbattute.

Gli scienziati e i ricercatori evidenziano che il pianto ci accompagna sin da neonati e rappresenta una precisa forma di comunicazione. E così dovrebbe essere. Non è vero che, ad esempio, possono “permettersi di piangere” solamente i bambini o solamente le femmine, mentre gli uomini adulti maschi no.

Abbiamo visto che l’esternazione di queste emozioni intense ha diversi benefici. Ovviamente stiamo parlando delle lacrime cosiddette “emotive”. Cioè quelle che si possono verificare quando si provano emozioni intense come la rabbia, la tristezza, o al contrario la felicità e la sorpresa.