È tornato a casa, dopo mesi di ricovero, il figlio di Pierina Paganelli, Giuliano Saponi: a maggio, prima dell’omicidio della madre a Rimini, fu aggredito in circostanze misteriose dopo essere uscito per andare a lavoro, riportando lesioni gravissime. Ad aspettarlo c’è la moglie, Manuela Bianchi, sulla cui famiglia sembrano concentrarsi, al momento, i sospetti degli inquirenti.
L’omicidio di Pierina Paganelli e l’aggressione del figlio Giuliano a Rimini
Giuliano Saponi vive, insieme alla figlia di 16 anni e alla moglie, Manuela Bianchi, nell’appartamento di fronte a quello della madre Pierina Paganelli, sul pianerottolo al terzo piano del condominio al civico 31 di via del Ciclamino, sulla cui rampa d’accesso al garage lo scorso 4 ottobre fu trovato il corpo senza vita della 78enne, uccisa da quattro colpi mortali su 17 coltellate.
Le indagini per omicidio aperte dalla Procura di Rimini – per ora contro ignoti – si concentrano sui familiari della nuora della vittima: il padre, ma soprattutto il fratello Loris. L’ipotesi è che abbiano avuto un ruolo nel delitto, che per ora resta avvolto dal mistero, come l’aggressione avvenuta ai danni di Saponi lo scorso maggio.
L’uomo, 53 anni, era uscito di casa per andare a lavoro. Fu trovato in fin di vita, qualche ora dopo, ai margini di una strada situata a pochi chilometri di distanza dalla sua abitazione. Secondo gli inquirenti sarebbe stato investito da un pirata della strada oppure pestato, da chi non si sa ancora. Forse qualcuno che poteva avercela con la famiglia? La stessa persona che, cinque mesi dopo, si sarebbe scagliata con forza contro sua madre?
Per mesi costretto al ricovero, ora Saponi ha deciso di tornare a casa e gli avvocati che difendono lui e i suoi fratelli, Marco e Monica Lunedei, hanno chiesto “un’attenzione particolare” alla sua sicurezza. La paura è che – se le due storie siano collegate – il killer torni ad agire.
I sospetti sulla nuora Manuela Bianchi e sulla sua famiglia
Una cosa è certa: l’immagine di una famiglia serena e unita – di cui molti conoscenti di Pierina avevano parlato, subito dopo i fatti – cozza con quella emersa nel corso delle indagini. Degli screzi, infatti, ci sarebbero stati. Ed erano stati testimoniati dalla nuora di Pierina – colei che ne ritrovò il cadavere la mattina del 4 ottobre – in alcuni post pubblicati sui social e poi cancellati.
Ci si chiede se non possa entrarci qualcosa, in particolare, la relazione extraconiugale che la donna, 52 anni, avrebbe avuto con un altro condomino, un certo Louis Dassilva e che Pierina potrebbe aver ostacolare, per il bene del figlio e della nipote. Si tratta di congetture e al momento nessuna ipotesi è esclusa. La “chiave di volta” sarà l’analisi dei filmati catturati dalla telecamera di sorveglianza di una farmacia la sera del delitto.
Filmati in cui si sentirebbero distintamente non solo le urla della vittima, ma anche le parole del suo assassino, che, come si era ipotizzato subito, lei doveva conoscere. Per ora tutte le persone sottoposte ad accertamenti si sono dichiarate estranee ai fatti. Negli scorsi giorni, accompagnate dai rispettivi avvocati, si erano date appuntamento – per parlare delle indagini – fuori dal condominio di via del Ciclamino, venendo riprese dalle macchine dei giornalisti.
Bianchi aveva fatto sapere di voler fare tutto alla luce del sole per far capire che non ha niente da nascondere. Ma c’è chi pensa che l’incontro sia stato organizzato all’aria aperta per evitare intercettazioni. In questo articolo parlavamo degli ultimi sviluppi della vicenda: Omicidio Rimini, la voce del killer di Pierina Paganelli registrata dalle videocamere: prima un “ciao”, poi le urla della donna.