Paolo Genovese ha diretto I Leoni di Sicilia. Sul red carpet della Festa del Cinema di Roma, il regista ha raccontato a TAG24 la sfida di ricostruire la Sicilia dell’800 nella nuova serie kolossal in arrivo su Disney Plus.
Genovese ci spiega come ha dovuto lavorare per rendere al meglio le immagini e le vicende dell’omonimo romanzo scritto da Stefania Auci. Inoltre, racconta come si sono svolti i lavori sul set insieme agli attori per dare vita a personaggi tanto variegati e profondi.
Paolo Genovese su “I Leoni di Sicilia”: “Un’epoca difficile da ricostruire”
La difficoltà maggiore nell’adattare la scrittura di questo romanzo qual è stata per Paolo Genovese? La racconta così il regista:
“Sicuramente l’epoca. Se leggiamo anche solo due righe del romanzo, questo riporta frasi tipo “un un porto
sfavillante pieno di navi e di persone che scaricano merci”, poi quella roba la devi mettere in scena, devi ricreare un porto sfavillante di Palermo che non esiste più; le navi che non esistono più e via dicendo… Quindi lo sforzo maggiore è stato quello di ricreare un mondo che non esiste e forse è anche la cosa più eccitante.”
Paolo Genovese su “I Leoni di Sicilia”:
Paolo Genovese parla della serie tv e delle possibilità che questo format gli ha offerto, i bonus che ha notato, rispetto alla direzione di un lungometraggio.
Il regista ha spiegato:
“Io penso che ogni racconto abbia nel suo DNA una sua durata: dal cortometraggio alla lunga serialità. E la serie ti permette di raccontare una storia come Leoni di Sicilia. Una saga familiare lunga 80 anni, approfondire personaggi, entrare dentro le serie, fare più livelli narrativi narrativi.”
Per ciò che riguarda i film, invece, Genovese precisa:
“Il cinema dura 2 ore quindi la tua storia deve essere raccontata, iniziare e finire in 2 ore.
Il cast di I Leoni di Sicilia, il lavoro con gli attori: rendere i personaggi
Ricostruire l’epoca è una sfida ardua anche se si parla di recitazione. Ci spiega così il regista la profondità del lavoro per rendere credibili questi personaggi ottocenteschi:
“Stefano e Sardo e Ludovica Rampoldi hanno fatto un gran lavoro di adattamento di sceneggiatura e poi noi ovviamente abbiamo cercato di immaginare e capire come potessero parlare e muoversi personaggi di quell’epoca.
Una persona dell’800 non parla come parliamo noi. Non si gesticolava al tempo, le distanze erano diverse, il modo, le
parole, la costruzione delle frasi era diverso, quindi abbiamo fatto un lavoro per cercare di ridare questa sensazione di periodo anche nella recitazione.”
Riguardo agli aspetti che voleva evidenziare con questa serie, Paolo Genovese rivela di aver voluto raccontare i contrasti. Un paese in forte contrasto e rivoluzioni personali:
“Moti rivoluzionari siciliani, i Borboni sopportati a fatica, l’arrivo di Garibaldi. Quindi, in un contesto rivoluzionario, volevo raccontare invece la rivoluzione privata di due persone. Giulia Portalupi fa la sua rivoluzione, vuole affermarsi come donna, come individuo al di là del patriarcato opprimente del periodo e Vincenzo Florio, attraverso la sua rivoluzione verso la società, vuole affermare le sue idee.”
Paolo Genovese non conosceva “I Leoni di Sicilia”
Durante l’incontro stampa per presentare la serie tv, il regista ha ammesso che non conosceva questo romanzo che, sin dall’inizio, gli ha saputo trasmettere grande ricchezza e narrazioni di un’epoca ancora tutta da raccontare:
“Una storia che non conoscevo: la lettura mi ha colpito molto e pensavo fosse una storia con materiale potente e preziosa. La storia di una regione raccontata su più livelli. “
Si concentra poi sul personaggio di Vincenzo Florio, interpretato da Michele Riondino e spiega:
“Vincenzo è un personaggio contraddittorio, non era monocolore. Spregiudicato negli affari, voleva raggiungere un obiettivo a tutti i costi. Non si fermava mai. Poi però aveva dei movimenti di vicinanza verso il popolo in memoria delle sue origini.
Quando sceglie questa donna vuole figlio maschio per la dinastia, è un personaggio combattuto.”
In contrasto con I Leoni di Sicilia, il regista pensa alla celebre storia scritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo:
“Inevitabile il pensiero al Gattopardo, è stato un film sull’ immobilismo mentre la nostra serie è sul cambiamento.”
I Leoni di Sicilia stagione 2 si farà?
Per ciò che riguarda la seconda stagione della serie, tutto dipende dal successo della prima e ce lo fa comprendere chiaramente il regista in conferenza stampa:
“Le seconde stagioni sono scelte dal pubblico, se verrà amata, si farà.”
Costumi e location di una serie per Disney Plus
Per Paolo Genovese si fanno sentire entusiasmo e soddisfazione per il grande debutto sulla piattaforma streaming Dinsey Plus:
“Il lavoro su costumi e location è stato impressionante, ma lo è già il romanzo. Ricostruire tutto è stato bello è complicatissimo con grande ricerca storica. Io devo dire che vedere una cosa che inizia con il marchio Disney non lascia indifferente. Pensare che andiamo in 100 paesi porta alla voglia di non sfigurare. Abbiamo ricostruito un intero quartiere di Palermo un lavoro immenso rispetto magari a Gangs of New York.“