Tanta paura in una scuola di Palermo dove, nella mattina di venerdì, una maestra di sostegno si è barricata in bagno con il bambino disabile di nove anni che le era stato affidato. Ad accorgersi della strana situazione un’inserviente che ha dato l’allarme. All’arrivo di una pattuglia di polizia e degli operatori del 118 l’insegnante ha aperto la porta ma il bambino è stato trovato in stato di semi-incoscienza e trasportato in ospedale. Cosa è successo in quel bagno?
Palermo, paura a scuola: maestra si chiude in bagno con bambino disabile, lo ha costretto a ingerire uno psicofarmaco?
Sono stati minuti di terrore quelli vissuti davanti alla porta chiusa di un bagno di una scuola primaria di Palermo. Venerdì scorso all’insegnante di sostegno è stato chiesto di accompagnare ai servizi il bambino di 9 anni, disabile, che la maestra segue. La donna, 48 anni, una volta arrivata alla toilette è entrata con il bambino e ha chiuso a chiave la porta.
La cosa ha subito destato preoccupazione e qualcuno ha chiamato la polizia. Gli agenti sono arrivati sul posto insieme a un’ambulanza senza medico del 118 e, dopo essersi assicurati che andasse tutto bene hanno convinto la donna ad aprire e a lasciare andare il bambino. La maestra ha aperto poco dopo la porta del bagno ma il bambino è stato trovato in stato di semi-incoscienza. Le sue condizioni sono state ritenute preoccupanti dai sanitari che hanno subito chiesto l’invio di un ambulanza con a bordo un medico. Arrivato sul posto e accertatosi della difficile condizione del bambino il medico ha deciso di trasportarlo d’urgenza all’ospedale Santa Cristina dove il piccolo è tutt’ora ricoverato nel reparto di neuropsichiatria infantile. Ma cosa è successo in quei pochi minuti in bagno? Cosa ha spinto la donna ad agire in quel modo?
La polizia sta indagando per cercare di capire cosa sia effettivamente successo in quei pochi minuti in cui l’insegnante di sostegno e il suo giovane alunno disabili sono rimasti soli. Visto lo stato in cui è stato ritrovato il bambino, l’ipotesi avanzata è che la donna, in quel poco tempo, abbia costretto il piccolo ad ingerire uno psicofarmaco, un tranquillante forse nell’intenzione di “alleggerire” il suo lavoro.
C’erano state delle avvisaglie, ma se ne sono accorti solo i bambini
Quel che emerge dalle testimonianze di alcuni genitori di bambini che frequentano quella scuola, raccolte da Palermo Today, è però che le avvisaglie che un gesto del genere potesse avvenire forse si erano manifestate già da tempo.
La madre di un bambino compagno di scuola del bimbo disabile sequestrato per qualche minuto dalla sua maestra di sostegno, ha raccontato infatti che il figlio le aveva parlato dei modi piuttosto bruschi con cui la maestra di sostegno trattava il suo alunno, parlando addirittura di schiaffi. Una testimonianza che non sarebbe unica, perché anche altri bambini avrebbero riferito la stessa cosa a casa, anche mimando il gesto del ceffone. Ma questi atteggiamenti sarebbero tutti avvenuti lontano da occhi adulti: quelli degli altri docenti o del resto del personale scolastico.
La direttrice scolastica si dice all’oscuro di questi presunti abusi, non essendole mai arrivata alcuna segnalazione in tal senso. Fatto sta che, al momento in cui la maestra si è chiusa in bagno con il bambino, secondo quanto riportano le cronache locali, qualcuno ha pensato immediatamente di chiamare il 113.
In attesa di capire se ci saranno anche conseguenze penali, l’insegnante è stata sospesa dal suo incarico a scuola con effetto immediato, mentre le condizioni del piccolo, secondo quanto fatto sapere dai medici che se ne stanno prendendo cura, sono migliorate.