Novità in arrivo sugli aumenti delle pensioni dal 1° gennaio 2024 dalla bozza di legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre. In tutto sono 91 gli articoli della Manovra 2024, qualcuno in più rispetto alla prima stesura. Le novità riguardano proprio l’ambito delle pensioni, ma anche la Pubblica amministrazione, le misure per le famiglie e la sanità.
Sugli importi delle pensioni, il governo ha confermato il meccanismo di indicizzazione degli assegni basato su una percentuale decrescente di recupero dell’inflazione al salire del valore dei mensili Inps. Le pensioni fino a quattro volte l’importo del trattamento minimo sono quelle che recupereranno l’intera percentuale della crescita dei prezzi osservata dall’Istat nel 2023. La novità più importante riguarda la fascia di importo tra quattro e cinque volte il trattamento minimo che avrà qualche euro in più rispetto all’indicizzazione di fine 2022.
Pensioni, ecco come cambiano gli aumenti dal 1° gennaio 2024
Novità in arrivo dalla legge di Bilancio 2024 per gli aumenti delle pensioni a partire dal 1° gennaio prossimo. Il governo conferma il meccanismo di indicizzazione degli importi all’aumento dell’inflazione, consentendo ai pensionati di recuperare il 100% del tasso di incremento dei prezzi per pensioni fino a circa 2.100 euro al lordo mensili.
In particolare, riceveranno l’aumento del tasso di inflazione che l’Istat comunicherà a fine novembre prossimo, i pensionati che abbiano un mensile entro i 2.101,53 euro al lordo, corrispondenti al 100% del tasso di incremento dei prezzi. Nello scorso anno, l’Istat calcolo l’inflazione al 7,3% nella rilevazione provvisoria di novembre, percentuale alla quale furono indicizzate tutte le pensioni per l’anno 2023. Il dato definitivo dell’inflazione, pari all’8,1%, è stato comunicato successivamente.
Aumenti pensioni gennaio 2024, ecco quali sono gli importi
La vera novità in positivo sugli aumenti delle pensioni per l’anno 2024 riguarda la fascia dei pensionati che percepiscono un importo mensile da quattro a cinque volte il trattamento minimo. Si tratta delle pensioni da 2.101,53 a 2.626,90 euro mensili al lordo che avranno una rivalutazione pari al 90% rispetto all’85% applicato un anno fa per le pensioni del 2023.
Chi percepisce una pensione più alta avrà i maggiori tagli nel prossimo anno
Le pensioni di importo più alto dovrebbero confermare le percentuali di aumento, tranne quelle oltre le 10 volte il trattamento minimo. Pertanto, le pensioni da 2.626,91 a 3.152,28 euro (da cinque a sei volte il trattamento minimo) dovrebbero aumentare del 53% rispetto al tasso di inflazione dell’Istat; le pensioni da 3.152,29 a 4.203,04 euro (da sei a otto volte il trattamento minimo) dovrebbero incrementarsi del 47%; gli importi da 4.203,05 a 5.253,80 euro, ovvero da otto a dieci volte il trattamento minimo, aumenteranno del 37% rispetto al tasso di inflazione.
Infine, per le pensioni oltre i 5.253,80 euro, la percentuale di perequazione dovrebbe abbassarsi dal 32% del 2023 al 22% del 2024.
Arretrati di pensione nel cedolino di dicembre 2023
Riguardo agli aumenti delle pensioni del 2023, i percettori dei trattamenti Inps dovranno recuperare la differenza tra il tasso di inflazione provvisorio del 7,3% e il tasso definitivo dell’8,1%. Lo 0,8%, che normalmente si recupera a gennaio dell’anno successivo insieme a tutti gli arretrati di un anno, dovrebbe arrivare nei cedolini di pensione di dicembre 2023. Si tratta di pochi euro, quantificabili in:
- 16,81 euro al mese nella fascia massima per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo;
- 17,86 euro al mese per le pensioni da quattro a cinque volte il trattamento minimo;
- 13,36 euro di aumento mensile per le pensioni da cinque a sei volte il trattamento minimo;
- 15,80 euro per gli assegni da sei a otto volte;
- 15,55 euro per le pensioni fino a dieci volte il trattamento minimo;
- 13,45 euro per gli assegni più alti.