L’eurodeputata leghista Silvia Sardone è stata messa sotto scorta. La decisione, disposta a seguito di un importante aumento delle minacce di morte rivolte nei suoi confronti, si estende non solo alla Sardone stessa ma anche ai suoi familiari. Come spiegato dalla stessa eurodeputata – la quale è anche consigliera di opposizione a Milano – le intimidazioni arrivano dal mondo dell’Islam radicale che non tollera le sue battaglie contro «il velo islamico, l’islamizzazione dell’Europa e le moschee abusive».
La gravissima allerta circa la sua incolumità non sembra però voler fermare Silvia Sardone, anzi. L’eurodeputata, infatti, non ha alcuna intenzione di rinunciare alle sue storiche battaglie.
Silvia Sardone sotto scorta: “Paradossale dover avere il timore di esprimere in Italia le proprie opinioni. Eppure non siamo in Iran”
La messa sotto scorta imposta a Silva Sardone, annunciata in un post social, arriva dopo diverse denunce presentate dalla stessa a partire dal 2021.
Dalla lotta contro il velo al contrasto alle mosche abusive, l’eurodeputata leghista ha sempre fatto sentire la sua voce per quella che lei ritiene una vera e propria «battaglia di civiltà».
Nella sua storia politica, infatti, la Sardone ha messo al centro la lotta contro la radicalizzazione islamica e la tutela di quei diritti duramente conquistati dall’Occidente e per lei oggi sacrificati in nome di un’immigrazione – e integrazione – incontrollata, dettata da quel buonismo europeo che favorisce l’idea che siano i Paesi di arrivo a doversi adeguare ai valori dei migranti in Europa.
La nuova vita sotto scorta non fermerà però l’attività politica militante di Silvia Sardone, come spiega lei stessa in questa intervista esclusiva per TAG24.
Onorevole Sardone, per la sua sicurezza è stata decisa l’assegnazione di una scorta a sua tutela. Come sta vivendo questo cambiamento? Teme per la sua famiglia?
«Sicuramente c’è una normale preoccupazione in famiglia e una maggiore attenzione. Detto questo ritengo paradossale dover aver timore per la nostra sicurezza in Italia per avere espresso, in maniera pacata e motivata, delle legittime opinioni sul velo islamico e sulla crescente islamizzazione delle nostre città.
Non siamo né in Arabia Saudita né in Iran eppure sembrano temi su cui non si deve aprire bocca per non avere problemi. Il fatto che poi io sia una donna libera alimenta ancora di più il fastidio di questi esagitati».
Silvia Sardone: “L’estremismo islamico minaccia i diritti che davamo per scontati”
Lei ha già detto come non rinuncerà a far sentire la sua voce. Perché crede sia necessario continuare a condurre queste battaglie nonostante il caro prezzo da pagare?
«Di fronte all’estremismo islamico crescente in Europa, ai diritti di tante donne limitati in quanto sono costrette al velo islamico o a matrimoni combinati credo sia un dovere opporsi a un futuro in cui diritti e valori che davamo per scontati vengono messi in pericolo. Di fronte a un’Europa che perde identità dobbiamo smetterla con il buonismo e il politicamente corretto con cui nascondiamo le nostre tradizioni e la nostra cultura»
Dopo l’annuncio della scorta immagino avrà incassato il sostegno del suo partito, tanto a Milano quanto al Parlamento europeo. Le è arrivata la solidarietà di qualche membro dell’opposizione?
«Ormai sono mesi che ricevo minacce durissime e non ho mai avuto alcuna solidarietà da sinistra. Le femministe di sinistra? Non pervenute. Per loro i diritti delle donne si fermano nel momento in cui sei di centrodestra. Poi se le minacce provengono da ambienti islamici è censura totale».
La preoccupa una nuova ondata di radicalizzazione dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas? Crede che l’innalzamento della minaccia nei suoi confronti sia in qualche modo legata all’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente?
«Sicuramente crescono i pericoli di estremismo e di propaganda per l’Islam radicale in tutta Europa. In realtà ricevevo minacce da ben prima delle tensioni in Medio Oriente: sul velo islamico che io considero simbolo di sottomissione e non di libertà ho ricevuto una marea di minacce e insulti gravissimi. Evidentemente se una donna prova a esporre considerazioni per loro scomode viene considerata un’offesa gravissima».
Milano sempre più insicura, Sardone: “Non è una novità. Dopo anni di lassismo sempre più difficile risolvere”
Un’ultima domanda sulla sua Milano, eletta città più pericolosa d’Italia. Oggi Elenoire Casalegno ha denunciato l’invivibilità delle strade, ma come lei moltissimi. Tante ragazze hanno paura a uscire di casa. Quanto è grave la situazione e di chi è la responsabilità?
«Milano è da anni in testa a tutte le classifiche sui reati, non è una novità. La sinistra prima ha nascosto i problemi, poi ha parlato di percezione eccessiva, poi ha chiesto più polizia dopo averne negato la necessità per anni e ora incomincia, a fatica, ad ammettere il problema.
Dopo anni di lassismo è difficile risolvere questa emergenza: le politiche buoniste sull’immigrazione e un abbandono evidente delle periferie ma anche di posti centrali della città hanno creato enormi problemi».