Si è conclusa fra mille polemiche l’assegnazione dei diritti tv per il prossimo quinquennio di Serie A che vedrà ancora Dazn e Sky come unici boadcaster. Le due emittenti hanno offerto 900 milioni di euro con l’assemblea che ha accettato la proposta con diciassette voti a favore, due contrari e un astenuto. La ripartizione fra le due emittenti manterrà quella attuale con Dazn che avrà l’esclusiva di 266 gare mentre le restati 114 partite saranno trasmesse in contemporanea alla piattaforma satellitare. Una decisione arrivata dopo mesi di trattative pubbliche e private fino all’ipotesi della creazione di una piattaforma della Lega Serie A fortemente caldeggiata dal Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che, a margine dell’assemblea, si è lasciato andare da un duro sfogo.
Assegnati i diritti tv a Dazn e Sky per 900 milioni
Una parola fine che chiude la questione diritti tv ma apre le polemiche fra le opposte fazioni. I vincitori di questi mesi di trattative sono Dazn e Sky che sono riusciti a rinnovare l’accordo fino al 2029 con una offerta da 900 milioni di euro ripartita fra i 700 della piattaforma in streaming e 200 per il colosso fondato da Rupert Murdoch. L’offerta al pubblico rimarrà invariata con Dazn che potrà trasmettere tutte le partite di ciascuna giornata, su sette gare avrà l’esclusiva mentre le restanti tre saranno in coesclusiva con Sky che ha ottenuto una corsia preferenziale sul big match del sabato sera che vedrà sempre più spesso la presenza di una fra Inter, Milan, Juve e Napoli.
La Lega Serie A si è dovuta arrendere alla richiesta iniziale che sfondava il muro del miliardo di euro complessivo che però potrebbe raggiungere attraverso i propri prodotti confezionati e venduti alle diverse emittenti che potrebbe portare circa 40 milioni di euro a stagione. La decisione finale ha quindi accantonato nuovamente l’ipotesi della creazione di una piattaforma privata della Serie A per la trasmissione delle partite.
Questo punto è stato il motivo di più aspre discussioni all’interno dell’assemblea nel corso degli ultimi mesi. La maggior parte dei club era favorevole ad esternalizzare la trasmissione delle gare mentre Napoli, Cagliari, Salernitana e Fiorentina chiedevano a gran voce di creare una piattaforma che rispondeva direttamente ai club. Le società di Giulini e Iervolino hanno mantenuto la posizione anche durante la votazione di questa mattina dando parere contrario alla proposta unica di Dazn e Sky, De Laurentiis si è astenuto mentre Rocco Commisso, a sorpresa, ha votato favorevolmente.
La polemica dopo il voto
Ad aprire le danze della contesa ci ha pensato Aurelio De Laurentiis che ha interrotto la conferenza stampa dell’Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, per illustrare tutto il suo disappunto per la decisione presa dai club. Il patron dei campioni d’Italia era stato visto abbandonare l’assemblea durante la votazione decisamente contrariato, ha quindi atteso la conclusione dei lavori per far scattare il duro sfogo.
E’ una sconfitta del calcio italiano, con questa offerta il calcio morirà. Il problema è essere prenditore o imprenditore. L’imprenditore deve saper misurare l’area di rischio. E’ molto più comodo dire sto a casa, faccio i calcoli sui consumi, ma questo non implementerà mai il valore del calcio italiano. Questo passa da investimenti importanti. In Italia il calcio pensa sempre che debba essere supportato dagli altri, invece il calcio italiano è supportato dai tifosi. E’ il tifoso il bene assoluto di un club di calcio.
Il mio rapporto con il tifoso deve essere diretto, piuttosto che con Sky o Dazn. Dazn secondo me non è competente, non fa bene al calcio italiano come non fa bene Sky. Quando io vendo un pacchetto in cui trovo cinema, Champions, calcio italiano, serie tv, intrattenimento, informazione come Sky e invece Dazn vende il calcio italiano e tanti altri sport, io non capirò mai il valore del calcio italiano. Allora i miei compagni di squadra qui in Lega amano passivamente essere operativi nel sistema. Io che non ho mai giocato in maniera passiva detesto dover operare in questo modo.
La stupidaggine assoluta di fare un accordo per cinque anni, quando sei mesi fa è venuta fuori l’Arabia, ora c’è la guerra i cui sviluppi non si sa dove ci porteranno. Però sappiamo che in momenti di crisi cinema e calcio sono due cose che vanno fortissime, sono la panacea ai dolori del quotidiano. Noi questo sogno lo abbiamo messo nel cassetto, forse anche dei nostri tifosi. Non è che Sky o Dazn facciano investimenti. Io vedevo Arsenal-Chelsea, fantastico. Poi le partite italiane: le modalità di ripresa del nostro calcio fanno ridere. Ce lo hanno mai detto Dazn o Sky? No. Poi parliamo dello stadio reale e minimizziamo la validità dello stadio virtuale.
Tolto il Napoli, le big del campionato hanno votato in modo favorevole alla soluzione Dazn e Sky. Nei mesi scorsi avevano palesato dei dubbi Roma e Juventus ma alla fine si sono allineate al resto delle società trainanti con il Presidente della Lazio Claudio Lotito in prima. Il patron biancoceleste è stato fra i fautori della vendita del pacchetto per cinque anni e replica al collega del Napoli sfruttando la conferenza stampa per fare una precisazione anche sul decreto crescita che è stato mantenuto per il calcio professionistico.
Questa è la vittoria della Lega Serie A, non la mia, la vittoria del calcio italiano. Purtroppo siamo 20 presidenti, quindi non si riesce quasi mai a creare l’unanimità. Lui oggi non ha partecipato al voto, ne abbiamo preso atto. Così com’è strutturata l’offerta possiamo incrementare i ricavi e questo è importante. Non è un’offerta statica ma dinamica che parte da una base, dà una tranquillità al sistema. Arriveremo ad avere ricavi più alti sicuramente.
C’è una presa di posizione del governo sul decreto crescita. Riteniamo che potrebbero esserci i margini per trovare un punto d’incontro che vada a tutelare non solo il calcio italiano ma lo spirito di questa norma. Tanta gente è venuta in Italia con il presupposto dello sgravo fiscale e che oggi si trovano ad avere retribuzioni non in linea con gli impegni presi. Preoccupazione? Come in tutte le cose bisogna sempre trovare l’equilibrio. Non ci devono essere strappi che creino un problema al sistema