Sull’eredità di Silvio Berlusconi era spuntato un presunto testamento colombiano, che oggi però finisce sotto la lente della procura di Milano che ha aperto un fascicolo di indagine a carico del legatario dell’atto: Marco Di Nunzio.
Eredità Berlusconi, il testamento colombiano al vaglio della procura
L’imprenditore 51enne, di origine piemontese ma residente in Colombia da molti anni, aveva fatto depositare, tramite il suo legale, l’avvocato Erich Grimaldi del foro di Napoli, il presunto secondo testamento di Silvio Berlusconi presso un notaio partenopeo lo scorso tre ottobre, rendendolo valido per il nostro ordinamento e diffidando formalmente la famiglia e in particolare i cinque figli del fondatore di Forza Italia Marina, PierSilvio, Eleonora, Barbara e Luigi ad ammetterlo immediatamente nel possesso dei beni. Oggi però, arriva la notizia dell’apertura delle indagini a carico di Di Nunzio. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è di falso in testamento, e la volontà di vederci più chiaro sulla vicenda sarebbe scattata dopo la segnalazione delle autorità diplomatiche colombiane. A confermare l’esistenza di un procedimento in corso sull’atto depositato dall’imprenditore che vantava una lunga e profonda amicizia con il cavaliere, è stato anche uno dei legali della famiglia del defunto, l’avvocato Giorgio Pirroni.
Ville ai Caraibi, barche e il 2% delle azioni di Fininvest: il presunto lascito di Berlusconi all’amico Di Nunzio
L’atto in esame d’altronde prevede un lascito non da poco. Silvio Berlusconi avrebbe deciso di lasciare all’amico imprenditore addirittura il 2% delle quote societarie della Fininvest, per un valore di circa 26 milioni di euro, oltread altre cosucce come: tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, nei Caraibi, la nave “Principessa VaiVia” e anche tutte le altre imbarcazioni possedute dal defunto. Il tutto sulla base di una lunga frequentazione. Di Nunzio d’altronde vantava da anni una strettissima amicizia con il Cavaliere e nel 2013 si era anche presentato alle elezioni regionali in Lombardia con la lista “Movimento Bunga Bunga”, poi non ammessa alla corsa elettorale per irregolarità sulle firme.
Il presunto secondo testamento con cui Berlusconi avrebbe deciso l’ingente lascito a favore dell’imprenditore piemontese è un atto non olografo, risale a due anni fa, al 21 settembre del 2021, giorno in cui sarebbe stato stipulato nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa, a Barrio Espinal, in Colombia, per poi essere“apostolato”, attraverso una procedura che ne permette la validazione. dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano. Ultimo passaggio per rendere l’atto valido per il nostro ordinamento, è quello di cui si è occupato l’avvocato del Foro di Napoli Erich Grimaldi, incaricato dallo stesso Marco Di Nunzio, lo scorso 3 ottobre, con il deposito presso un notaio italiano.
In una nota stampa emessa il giorno in cui il presunto testamento colombiano di Silvio Berlusconi veniva validato, il legale di Marco Di Nunzio, Erich Grimaldi, si diceva certo che: “i legati testamentari saranno, di certo, sottoposti al vaglio della famiglia del Cavaliere, del notaio Roveda e dello stesso Comitato direttivo della società Fininvest, in considerazione anche del 2% delle azioni della relativa società quotata in Borsa, assegnatogli da Berlusconi in sede testamentaria”.
A quanto pare però prima del vaglio della famiglia, del notaio Roveda e del Comitato direttivo di Fininvest l’atto passerà al vaglio della procura, chiamata a stabilire se ci siano prove che il testamento su cui si basano le pretese dell’imprenditore Marco Di Nunzio su parte del patrimonio di Silvio Berlusconi, sia un falso.