Tra i progetti crypto più interessanti in assoluto c’è anche Celo. Ad aver attirato l’attenzione sin dal suo debutto sui mercati è in particolare l’obiettivo che l’azienda si prefigge, ovvero consentire l’interazione con gli strumenti finanziari a tutti coloro che sono in possesso di un cellulare.
Come si può facilmente comprendere, le implicazioni di questo piano sono di grande portata, alla luce del fatto che i dispositivi per la telefonia mobile sono diffusi in maniera peculiare, in ogni parte del globo. La potenziale platea cui si rivolge Celo è, di conseguenza, vastissima.
Cos’è Celo?
Celo è stato lanciato nel 2020 da Rene Reinsberg e Marek Olszewski, dopo un lungo lavoro preparatorio nel triennio precedente. A guidarne lo sviluppo è la Celo Foundation, che si è occupata delle fasi che hanno permesso al progetto lo sbarco sul mercato.
Con un’offerta iniziale pari a un miliardo di token, Celo è stato presentato come una piattaforma “mobile-first“, la quale si prefigge di facilitare l’accesso alle applicazioni decentralizzate destinate agli smartphone. Tradotto nella pratica, la sua blockchain rende possibile l’utilizzazione dei numeri di telefono in funzione di chiavi pubbliche. Chi ne possiede uno, perciò, può dare vita a transazioni che vedono l’impiego di criptovaluta. E può farlo indipendentemente dalla detenzione di un conto corrente bancario, assumendo quindi quel principio di inclusività su cui si fonda l’innovazione finanziaria.
Per capire meglio le implicazioni di questo piano, occorre a questo punto ricordare un semplice dato evidenziato da molti studi: entro il 2025 dovrebbe attestarsi a 7 miliardi il numero di coloro che saranno in possesso di un cellulare, a livello globale. Mentre sono ancora poche centinaia di milioni gli utenti delle criptovalute. Celo si propone quindi di raggiungere un bacino straordinario. Tanto da spingere il CEO di Polychain Capital, Olaf Carlson, a indicarlo alla stregua del WhatsApp per la movimentazione del denaro.
Per quanto riguarda il suo ecosistema, Celo vede il concorso di un token nativo e di due stablecoin. Mentre per quanto riguarda l’algoritmo di consenso la scelta è caduta sul Proof-of-Stake, molto meno impattante a livello ambientale rispetto al Proof-of-Work su cui si fonda Bitcoin.
Come funziona Celo?
Celo funziona in maniera estremamente semplice. Come abbiamo ricordato in avvio, consente di collegare il cellulare ad un wallet, mettendolo in grado di ricevere o inviare i token cUsd e Celo. Per renderlo possibile, la blockchain memorizza un hash del numero telefonico, di modo che ogni versamento che lo riguardi vada effettivamente in porto. Per l’autenticazione dei numeri gli utenti interessati nell’ambito dell’operazione si sobbarcano il relativo costo di commissione.
Come già sottolineato, l’ecosistema di Celo prevede la presenza di due stablecoin, cUsd, peggato al dollaro, e cEur, collegato alla valuta UE. Per poterle acquistare occorre scaricare sul cellulare l’app Valora. Mentre Celo è in pratica il token che funge da propellente per le operazioni che avvengono all’interno della stablecoin.
Infine, il sistema prevede lo staking, ovvero il blocco dei token in un deposito per un determinato periodo di tempo. Un arco temporale nel corso del quale chi aderisce viene remunerato come se si trattasse di un vero e proprio conto corrente bancario.
Le prospettive di Celo
Anche Celo è stato travolto dalla gelata in atto nel settore crypto ormai da tempo. Secondo gli esperti, possiede però le caratteristiche tecnologiche giuste per approfittare di una eventuale schiarita. Peculiarità che hanno incrementato la reputazione del progetto e spinto grandi realtà ad investirci. In particolare, lo ha fatto Deutsche Telekom, che ne ha compreso per tempo le implicazioni, anche per la telefonia.
L’unica controindicazione che si prospetta all’orizzonte è il fatto che Celo si muove in un ambito, quello DeFi, in cui si sta verificando un certo sovraffollamento. La concorrenza di Ethereum, Solana, Cardano e Avalanche si prospetta a tutti gli effetti molto impegnativa. Celo, però sembra avere le carte in regola per la definitiva affermazione.