La Tsingtao Brewery, la seconda fabbrica di birra più grande della Cina, è finita nella bufera. Colpa di un video, diventato virale sulla piattaforma Weibo, che mostra le immagini inequivocabili di un dipendente dell’azienda mentre urina in un serbatoio di malto in lavorazione.

L’azienda ha fatto sapere, tramite un comunicato, che affronterà in modo molto serio quanto accaduto. Intanto oggi 23 ottobre le azioni della Tsingtao Brewery sono crollate all’apertura della Borsa di Shanghai.

Lavoratore del birrificio Tsingao in Cina fa pipì in una vasca: aperte indagini

Il video del dipendente che urina nella vasca ha iniziato a circolare sui social lo scorso 19 ottobre, raccogliendo decine di milioni di visualizzazioni. Mostra un lavoratore, con casco e divisa, che supera un muro per fare pipì all’interno della vasca. Il giornale locale The Paper aveva riferito, lo scorso venerdì, che si trattava della “Fabbrica di birra Tsingtao n.3”.

Successivamente, il National Business Daily ha citato una fonte interna secondo cui l’uomo del video, così come colui che lo ha girato, non sarebbero “dipendenti diretti” della società.

Il 20 ottobre il Bureau per la supervisione del mercato e l’amministrazione della città di Pingdu, il luogo in cui ha sede lo stabilimento, ha fatto sapere di aver subito inviato sul posto una squadra. Aggiungendo inoltre che il lotto di malto “incriminato” era stato sigillato.

Tonfo in Borsa

Le azioni della Tsingtao Brewery sono scese all’apertura della Borsa di Shanghai oggi lunedì 23 ottobre, rimanendo poi stabili nel corso del pomeriggio.

La società è quotata anche sul mercato di Hong Kong, dove però oggi è chiuso per la festa del Chung Yeung.

L’accaduto, oltre ad avere ripercussioni economiche, ha scatenato anche preoccupazione (e un pizzico d’ironia) tra gli utenti di Weibo, un social a metà tra X (ex Twitter) e Facebook.

Le altre notizie che arrivano dalla Cina riguardano la guerra in Israele: Guerra Israele-Gaza, Cina: “Al lavoro per una soluzione giusta e duratura alla questione palestinese” e Guerra Israele-Palestina, Pechino dà il suo sostegno ai palestinesi: “Gli stati islamici parlino con una sola voce”. Israele uccide un capo di Hamas