La nona giornata di serie A ha messo di fronte alla Juventus di Massimiliano Allegri il Milan capolista e l‘esame a cui è stata chiamata alla vigilia la squadra bianconera è stato superato alla grande attraverso una bella vittoria di carattere tanto da indurre molti addetti ai lavori e tifosi a porsi una domanda: la Juventus è da scudetto?
Di necessità bisogna fare virtù! Evidentemente questo motto sta premiando la società piemontese che “forzatamente” in un periodo storico sportivo sfavorevole ha scelto di virare su progetto tutto nuovo affinché cancelli e anche in fretta il modus operanti sfarfallato della vecchia gestione che negli ultimi 5 anni ne ha combinate di ogni tipo.
Dunque non più un mercato faraonico ma uno basato sulla sostenibilità quello di Cristiano Giuntoli e Giovanni Manna per allestire la Juve del futuro.
Quando il diktat dall’alto (proprietà Jhon Elkann) impone la ripartenza attraverso un processo di ricostruzione sembra che tutti gli attori da giocatori e dirigenti fino all’allenatore debbano per tacito assenso essere esonerati dal provare a vincere subito.
Questo potrebbe accadere in realtà ma in altre parti, alla Juve no. Chi lavora e vive di Juve e i due dirigenti lo sanno, non può accontentarsi, non esiste che possa arrivare a ragionare anche seppur per un istante dicendo: “intanto partecipiamo e poi più in la vediamo!”
Eppure per qualche mese ci eravamo illusi che per la prima volta nella sua storia la Juventus stesse veramente provando a ricostruire e basta senza sognare in grande.
Perché? L’allenatore Massimiliano Allegri a forza di ripetere continuamente che l’obiettivo è rientrare tra i primi 4 per partecipare alla Champions l’anno prossimo ha convinto i più, anche gli antijuventini.
L’illusione non è durato tanto a quanto pare, la partita di ieri ha dimostrato il contrario, la vittoria della Juve a Milano di fronte a più di 80mila persone contro il Milan ha raccontato un’altra cosa totalmente diversa da quello che l’allenatore toscano ci ha fatto intendere in questi giorni.
La Juve ha fatto la Juve, è stata cinica e deliziosa come i milioni di supporters vorrebbero che fosse ogni volta. Un colpo gobbo in quel del Meazza che rafforza l’opportunità di tornare a chiedersi: la Juventus è da scudetto o no?
Juventus da scudetto: si o no?
Da quando è ripartito il campionato di serie A l‘unico a pensarla diversamente da tutti gli altri è il tecnico Massimiliano Allegri che ben conosce la sua squadra meglio di chiunque altro e continua ribadire come la sua Juventus venga dopo Inter, Napoli e Milan.
Nessuno però tra avversari ne è pienamente convinto, molti addetti ai lavori insistono sul fatto che la Juventus non può non lottare per lo scudetto con la rosa che ha, addirittura molti la pongono come la migliore di tutta la serie A.
La classifica per ora smentisce il tecnico di Livorno e anche la vittoria di San Siro per come è arrivata. A livello caratteriale la Juve si è dimostrata fortissima, certo l’episodio a favore e un pizzico di fortuna hanno fatto il resto.
Perché è da scudetto
La Juventus è da scudetto? Tanti elementi porterebbero a rispondere di si: il monte ingaggi, i giocatori di spessore come Rabiot, Danilo, Alex Sandro, Szczęsny e Milik, i giovani affermati come Chiesa, Vlahovic e Locatelli insieme a Gatti, Cambiaso, Weah, Mckenny ci restituiscono in un certo senso la dimensione di una squadra più forte di quello che si pensa.
A questi si aggiungono le qualità balistiche di Yldiz e Huijsen diciottenni ma già con addosso l’ardore di due veterani, l’esperienza di Rugani che non gioca quasi mai e quando lo fa non sbaglia una prestazione e la duttilità di Bremer che dopo un anno così e così fa reparto da solo in difesa senza dimenticare Kean che sta raccogliendo la maturità che serve per giocare in maglia bianconera.
Inoltre un altro aspetto non secondario ma molto probabilmente più importante da considerare si basa su un dato per ora inconfutabile: la Juventus in tre scontri diretti non ha mai perso, ha raccolto 2 vittorie con Lazio e Milan e il pareggio esterno con l’Atalanta.
Perché non lo è
La Juventus è formata da molti giocatori giovani e l’inesperienza potrebbe portare a dire che non è da scudetto.
La stessa partita col Milan ha evidenziato delle lacune in questo senso. La gestione della partita non è stata perfetta e i momenti non stati letti come dovevano essere letti, da qui lo sfogo folkloristico del suo allenatore.
Come dice spesso Massimiliano Allegri nei processi di crescita ci sono dei passaggi da rispettare e ieri soprattutto per larghi tratti della partita dopo il vantaggio siglato da Locatelli si è palesata la non capacità di mettere il sigillo definitivo senza evitare di soffrire fino alla fine.