Cos’è una kilonova? A quale distanza potrebbe spazzare via la vita sulla Terra? Il verificarsi di questo tipo di esplosione astronomica, all’interno della Via Lattea, potrebbe distruggere il nostro pianeta.
Un recente studio scientifico ha infatti dimostrato quale sia la distanza entro cui tale evento potrebbe diventare catastrofico.
Cos’è una kilonova: quando avviene
Una kilonova è un’esplosione astronomica di potenza superiore ad una supernova. Si registra quando due corpi celesti superdensi, come per esempio buchi neri e stelle di neutroni, entrano in collisione tra loro.
Il nome deriva dalla valutazione della sua potenza in relazione ad altri eventi astronomici.
Durante questo fenomeno si sprigionerebbe infatti un’energia 1000 volte superiore a quanto avviene durante una nova. Se invece si paragona una kilonova con una supernova, la potenza generata è inferiore di all’incirca di 1/100.
Nel momento in cui i due corpi celesti si scontrano fino a fondersi si producono onde gravitazionali, lampo gamma, raggi X, raggi UV, luce visibile, radiazione infrarossa e onde radio. Proprio l’osservazione di questo tipo di onde durante la kilonova GW 170817 ha mostrato come in quel caso i due corpi celesti coinvolti fossero entrambi stelle di neutroni.
Da questo tipo di esplosione si emettono perciò emettano radiazioni elettromagnetiche luminose, chiamate appunto “kilonovae”. Queste sono la conseguenza del decadimento radioattivo dei nuclei poi espulsi durante il processo di fusione.
Inoltre lo spettro energetico di una kilonova tende a concentrarsi nell’area dell’infrarosso: proprio l’elevata concentrazione di elementi radioattivi pesanti e ricchi di neutroni farebbe sì che le frequenze più elevate vengano filtrate.
Lo studio
Sappiamo che nello spazio profondo sono centinaia gli eventi catastrofici. Dall’impatto di asteroidi con pianeti, fino all’esplosioni come le supernove. Si tratta di fenomeni in grado di distruggere pianeti e di conseguenza spazzare via la vita.
Nel caso di kilonove e supernove si tratta di fenomeno molto rari in quanto per accadere devono entrare in collisione due corpi celesti superdensi. Se ciò accadesse però all’interno della Via Lattea, a quale distanza ci potremmo dire in sicurezza? È questa la domanda a cui un team di ricerca scientifica internazionale ha cercato di rispondere.
All’interno della Via Lattea infatti ci sarebbero solo una decina di stelle di neutroni potenzialmente destinate a fondersi e il rischio è pertanto sufficientemente basso.
Lo studio ha però voluto determinare a quale distanza dalla Terra il verificarsi di una kilonova possa essere per noi completamente distruttivo.
A guidare la ricerca gli scienziati dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, che hanno collaborato con il Dipartimento di Fisica del King’s College ed il Centro Ricerche Astrofisiche – Centro Nazionale Applicazioni di Supercalcolo di Londra e con l’Accademia Cinese delle Scienze.
Il team si è focalizzato nell’interpretare i dati ottenuti dagli eventi GW 170817 e GRB 170817A, che avevano mostrato l’emissione di radiazioni elettromagnetiche e la produzione di onde gravitazionali.
Queste due esplosioni astronomiche sono state osservate il 16 Ottobre del 2017 e sono le prime note ad aver coinvolto due stelle di neutroni.
A che distanza è distruttiva
L’obiettivo della ricerca è stato dunque calcolare la distanza fino a cui gli effetti provocati da un’esplosione di una kilonova possano essere distruttivi e di conseguenza sterminare la vita su un pianeta abitato come la Terra.
Dalle elaborazioni di calcolo e di simulazione dell’evento si è quindi arrivati a determinare che i pianeti ad una distanza massima di 300 anni luce dalla kilonova sarebbero completamente investiti dai getti principali di raggi gamma. Tali radiazioni sarebbero mortali per qualsiasi forma di vita.
L’emissione di raggi X invece è letale entro una distanza di 16 anni luce, mentre le onde gamma non principali perderebbero la loro mortalità oltre i 13 anni luce.
Il pericolo maggiore avverrebbe subito dopo l’esplosione, poiché i raggi cosmici verrebbero accelerati dallo stesso evento. I loro effetti si manterrebbero distruttivi fino a 35 anni luce di distanza.
Date le notevoli distanze, dalla Terra questo evento sarebbe visibile in cielo come un oggetto luminoso per giorni prima che le onde intercettino il nostro pianeta. Tuttavia ci sarebbero comunque ripercussioni catastrofiche sulla tecnologia, sull’utilizzo dell’energia elettrica e sulle trasmissioni radio e satellitari.