Dovrà restare in carcere Domenico Livrieri, il 46enne accusato dell’omicidio di Marta Di Nardo a Milano: così ha deciso il giudice per le indagini preliminari che ne ha da poco convalidato il fermo, parlando di un delitto “efferato”. Il legale che lo difende, l’avvocato Diego Soggu, aveva chiesto di ricoverarlo in una struttura psichiatrica dove potesse curare anche la sua tossicodipendenza.
Convalidato il fermo di Domenico Livrieri: è accusato dell’omicidio della vicina di casa Marta Di Nardo
L’uomo, reo confesso, è accusato di aver ucciso e fatto a pezzi la vicina di casa 60enne, Marta Di Nardo. Agli inquirenti ha detto di aver agito per “motivi economici”: sperava di poter usare i (pochi) soldi della vittima – notoriamente ludopatica – per tirare avanti per qualche mese. Da un po’ la frequentava: entrambi erano in cura presso il Cps, il Centro psico-sociale locale.
Il 4 ottobre scorso le avrebbe dato appuntamento con la scusa di restituirle le poche decine di euro che le doveva (circa 20), colpendola con un coltello mentre era di spalle. A denunciarne la scomparsa era stato il figlio, che vive a Palermo. La donna, da un momento all’altro, sembrava essere sparita nel nulla.
Si trovava, senza vita, nell’abitazione del vicino di casa: dopo aver tenuto il corpo sotto al letto per una settimana, Livrieri lo avrebbe tagliato in due con lo stesso coltello usato per uccidere e l’avrebbe nascosto nell’intercapedine di un soppalco ricavato in cucina. Lì, nel corso di un sopralluogo, le forze dell’ordine – insospettite dalla testimonianza contraddittoria dell’uomo – lo hanno trovato due giorni fa.
I vicini di casa avevano già puntato il dito contro di lui, sostenendo che fosse entrato nell’appartamento della vittima dopo la sua scomparsa. In effetti, oltre agli avanzi di un pasto, a casa della 60enne era stata trovata una ricetta medica datata 18 ottobre a nome dell’uomo.
Il giudice per le indagini preliminari: “Delitto efferato, il 46enne resti in carcere”
Nel corso della convalida del fermo, il giudice per le indagini preliminari di Milano, Alessandra Di Fazio, ha definito quello di Marta Di Nardo un delitto “efferato”. Per questo, contrariamente a quanto aveva richiesto la difesa, per Livrieri – anche in virtù dei precedenti reati commessi (rapina, spaccio e violenza sessuale) – ha disposto la misura cautelare del carcere.
A casa della vittima, oltre a mangiare, avrebbe anche dormito: da lui, ha detto, non sopportava più l’odore (nauseabondo) del cadavere. Finora ha più volte ribadito di essersi pentito di ciò che ha fatto. Secondo il gip non è abbastanza per evitargli di attendere il processo in una stuttura penitenziaria.
Del resto, già in passato, gli era stato permesso di tornare libero: avrebbe dovuto essere recluso in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ma non c’erano più posti. Da qui la scelta di mandarlo al Cps frequentato anche dalla vittima, dove, tuttavia, si faceva vedere in modo abbastanza discontinuo. Le cure per il suo disturbo della personalità non funzionavano.
Rinviata l’udienza d’Appello per l’omicidio Monopoli
Mentre per Livrieri è stato confermato il carcere, è stata nuovamente rinviata l’udienza del processo d’Appello per l’omicidio di Donato Monopoli, morto nel maggio 2019 dopo mesi di agonia. Gli imputati sono due, Francesco Stallone e Michele Verderosa, entrambi foggiani: sono accusati di aver pestato il giovane fuori da un locale, provocandone la morte.
In primo grado sono stati condannati rispettivamente a 15 anni e 6 mesi e a 11 anni e 4 mesi di reclusione. Gli avvocati che li difendono sostengono che Monopoli sia morto a causa di una malattia pregressa e non per le lesioni riportate in seguito all’aggressione. In questo articolo parlavamo di una vicenda simile: Omicidio Aldo Naro in discoteca a Palermo, spunta una nuova chat: “Scannato dai buttafuori”.