Nell’ambito della Manovra, che verrà oggetto di discussione nelle prossime settimane presso le Camere, uno dei temi più complessi riguarda le pensioni, un argomento su cui gli esperti del governo stanno cercando le soluzioni più adeguate.

Novità pensioni donne 2024

Gli aspetti sotto esame comprendono la rivalutazione delle pensioni, misure per agevolare il cumulo contributivo, e alcune modifiche al sistema di adeguamento in base all’aspettativa di vita.

Tra le misure che verranno affinate, ci sono soprattutto quelle relative ai requisiti per la pensione anticipata delle lavoratrici, dopo la cessazione dell’Opzione donna, e la creazione di un’unica modalità di pensionamento per i lavoratori considerati “fragili”, che includerà anche l’Ape sociale.

L’obiettivo è consentire alle donne di accedere all’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia intorno ai 63 anni, lo stesso requisito previsto per gli uomini.

Tuttavia, è stata presa in considerazione l’opzione di rendere questa soglia “mobile” in alcuni casi, con la possibilità di abbassarla di uno o due anni per categorie specifiche, mediante il funzionamento di un fondo flessibilità. Anche l’anzianità contributiva richiesta potrebbe essere alleggerita in determinate circostanze, prevista intorno ai 35 anni per le lavoratrici secondo quanto proposto da Palazzo Chigi.

Sembra che solo il requisito legato all’età sia destinato a diventare flessibile, mentre altri aspetti resteranno fissi. Sarà necessario attendere il testo finale della legge di bilancio per comprendere appieno se questa soglia mobile verrà effettivamente introdotta.

Il passaggio da Quota 103 a Quota 104

La transizione dalla Quota 103 alla Quota 104 (richiedente 63 anni di età e 41 anni di contributi) è da considerarsi certa. Tuttavia, rimane da definire il meccanismo di “premi” e penalizzazioni che dovrebbe accompagnare questa opzione, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

È probabile che chi decide di ritardare il pensionamento potrà beneficiare di un incentivo simile a quello introdotto quest’anno, che, in linea con il bonus Maroni, comporterebbe, in pratica, il mantenimento della trattenuta contributiva del 9,19% nella busta paga del lavoratore. D’altra parte, coloro che optano per un ritiro leggermente anticipato potrebbero essere soggetti a una penalizzazione sotto forma di un “tetto” imposto alla pensione massima erogabile fino al raggiungimento del requisito di età. È importante notare che questa è solo una delle possibili soluzioni attualmente prese in considerazione.