Con il nuovo conflitto tra Israele e Hamas e il ritorno in auge del dibattito sui territori palestinesi, tornano alla memoria anche i celebri accordi degli anni precedenti. L’accordo di Wye Plantation, che segue gli accordi di Oslo tra Rabin e Arafat, è uno di questi e oggi, 23 ottobre 2023, ricade il suo 25° anniversario.

Cosa dice l’accordo di Wye Plantation

Nel 1998, sotto la guida del presidente statunitense Bill Clinton e del re Hussein di Giordania, si è cercato di ravvivare il processo di pace tra Israele e Palestina con la firma dell’Accordo di Wye Plantation. Questo accordo prevedeva:

  • Uno scambio basato sul principio “terra per pace“.
  • Il ritiro dell’esercito israeliano da parti della Cisgiordania.
  • Il trasferimento del controllo di alcune aree della Cisgiordania all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
  • La liberazione di prigionieri palestinesi.

Tuttavia, nonostante l’accordo, vi furono ostacoli nell’attuazione, con nuovi insediamenti israeliani che sorsero nei territori concordati.

Gli Accordi di Wye Plantation sono stati preceduti da una lunga e complessa fase di negoziati. La mediazione del Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, e di Re Hussein di Giordania è stata fondamentale per raggiungere l’accordo, fungendo da ponte tra Yasser Arafat, presidente dell’ANP, e Benyamin Netanyahu, allora Premier di Israele.

Prima dell’accordo di Wye Plantation ci furono gli accordi di Oslo

Cinque anni prima dell’Accordo di Wye Plantation, nel 1993, un altro importante tentativo di pace era stato fatto con gli Accordi di Oslo. Questo accordo aveva come protagonisti Yitzhak Rabin, allora primo ministro israeliano, e Yasser Arafat, leader dell’OLP. Questi accordi, siglati a Washington, erano stati:

  • Il riconoscimento reciproco tra Israele e OLP.
  • Il ritiro israeliano da alcune aree di Gaza e Cisgiordania.
  • La nascita dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Tuttavia, alcune questioni fondamentali, come Gerusalemme, i rifugiati palestinesi e gli insediamenti israeliani, furono deliberate per negoziati futuri.

Gli accordi di Oslo, pur rappresentando un passo significativo verso la pace, hanno incontrato molte sfide nella loro attuazione. Rabin, che aveva sostenuto gli accordi, fu tragicamente assassinato da un estremista israeliano nel 1995. Da allora, molti hanno considerato gli accordi come un’occasione mancata per la pace duratura.

Cosa è successo dopo gli accordi

Anche se 30 anni sono passati dagli Accordi di Oslo, la tensione tra Israele e Palestina è sempre rimasta alta. La situazione è complicata dalla crescita degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e dalla presenza di gruppi radicali come Hamas a Gaza. Mentre Hamas ha guadagnato terreno a Gaza, l’ANP ha perso influenza anche in Cisgiordania. Nel frattempo, in Israele, vi sono stati leader politici che hanno apertamente respinto gli accordi di Oslo.

Accordo di Wye Plantation: i punti chiave

L’accordo ha previsto una riassegnazione di territori in Cisgiordania. Israele avrebbe trasferito un’area corrispondente al 13% della sua piena sovranità e il 14,2% dell’amministrazione congiunta sarebbe passato sotto l’ANP.

Inoltre, si discusse della creazione di due corridoi tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania per facilitare il movimento dei palestinesi.

Entrambe le parti si sono impegnate a prevenire atti di terrorismo e a contrastare l’incitamento alla violenza. Ogni ritiro delle truppe israeliane era legato all’attuazione di specifiche misure di sicurezza da parte palestinese.

Un altro punto chiave dell’accordo era la revisione della Carta Costituzionale Palestinese. Infatti, l’ANP acconsentì a eliminare dalla sua Carta Costituzionale ogni riferimento alla distruzione di Israele.

Al di là dei temi geopolitici, l’accordo ha anche affrontato questioni infrastrutturali, come la creazione di un aeroporto nella Striscia di Gaza e l’apertura di uno scalo marittimo commerciale, fondamentali per lo sviluppo economico palestinese.

Purtroppo, la realizzazione degli Accordi di Wye River ha incontrato ostacoli. La sfiducia reciproca e le crescenti tensioni hanno impedito una piena attuazione degli accordi. Ciò ha portato a ulteriori trattative e adattamenti, come il documento “Wye-2”, firmato a Sharm el Sheikh nel 1999.