La guerra in Medio Oriente che vede protagonisti Israele ed Hamas prosegue dopo sedici giorni dall’operazione Al-Aqsa, oggi 23 ottobre 2023 il ministro della Difesa israeliano Gallant ha detto che il conflitto potrebbe durare anche mesi. Continuano le polemiche per la chiusura del valico di Rafah e per il coinvolgimento di civili nella guerra.

Guerra in Medio Oriente: che succede oggi 23 ottobre 2023

Israele non demorde ed è intenzionata a cancellare Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre. Nella notte il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che non saranno forniti aiuti umanitari a Gaza da parte del suo Paese e che saranno impedite tutte le forniture non controllate da parte di altri. Sul conflitto si è espresso anche il presidente israeliano Herzog che ha rivelato che Hamas voleva usare il cianuro contro i civili. Il capo di Stato si è anche sentito con il premier canadese Trudeau per parlare della situazione ostaggi. Israele continua ad aggiornare il numero di prigionieri nelle mani di Hamas, a Gaza, ora arrivato a 222.

In mattinata sono iniziate le prime incursioni a Gaza. Un soldato israeliano è morto durante una mini-incursione terrestre di Israele dentro la Striscia di Gaza. Altri tre militari sono rimasti feriti. Il portavoce militare, Daniel Hagari ha spiegato che la ‘task force’ israeliana penetrata nel territorio governato da Hamas stava cercando gli ostaggi.

La radio militare israeliana ha fatto sapere che lo Stato ebraico avrebbe deciso di ritardare l’incursione di terra a Gaza in attesa dell’arrivo di ulteriori forze statunitensi.

Ancora raid nella notte

Proseguono gli scontri tra l’esercito israeliano e le milizie palestinesi. Verso le 2 di questa notte l’agenzia palestinese Wafa ha segnalato un bombardamento da parte dell‘Idf a Gaza avvenuto non troppo lontano da due ospedali. Secondo Al-Jazeera questa notte è stata la più violenta dall’inizio del conflitto: gli aerei israeliani hanno colpito il campo profughi di Jabalia uccidendo 30 persone. Almeno 14 persone sono state arrestate in raid dell’esercito israeliano a Ramallah e Nablus, in Cisgiordania, mentre un’altra è rimasta ferita da colpi d’arma da fuoco.

Il monito di Biden e degli alleati

Gli Usa non cambiano idea su un’operazione via terra all’interno della Striscia di Hamas ma chiedono ad Israele di aspettare per avere più tempo per i negoziati. Oltre alla diplomazia per gli Stati Uniti è necessario anche cercare di permettere la consegna di aiuti ai palestinesi ed evitare che l’invasione della Striscia si traduca in un bagno di sangue.

E’ aumentata la presenza militare statunitense in Medio Oriente ed anche l’Iran sta attivando le sue milizie. Il conflitto si è spostato in parte anche sul confine israelo-libanese dove Hezbollah continua a essere un problema per l’Idf. I miliziani sciiti hanno avvertito Usa ed Israele che la guerra potrebbe intensificarsi se non cesseranno “i crimini di guerra contro Gaza”.

C’è poi il grande lavoro diplomatico da parte dell’Occidente per la de-escalation che va ormai avanti da giorni. Nel testo della dichiarazione congiunta Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, diffuso da Palazzo Chigi è possibile leggere che tutti i capi di Stato hanno discusso dell’importanza di trovare una soluzione al conflitto:

“I Capi di Stato e di governo hanno ribadito il loro sostegno a Israele e il diritto di quest’ultimo di difendersi dal terrorismo, e hanno invocato il rispetto del diritto internazionale umanitario, ivi compresa la protezione dei civili. Hanno accolto con favore la liberazione di due ostaggi e hanno richiesto l’immediato rilascio di tutti gli altri ostaggi. Si sono altresì impegnati ad uno stretto coordinamento per sostenere i loro cittadini presenti nella regione, in particolare quelli desiderosi di lasciare Gaza”.

Spazio anche ad un commento sull’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza e sulla necessità di renderli più regolari con un coordinamento con i partner regionali. L’obiettivo è quello di fornire cibo e farmaci ai civili senza che vengano coinvolti ulteriormente nel conflitto:


“I Capi di Stato e di governo hanno accolto con favore l’annuncio dei primi convogli umanitari che hanno raggiunto i palestinesi bisognosi di soccorsi a Gaza e hanno espresso il loro impegno a continuare a coordinarsi con i partner della regione per garantire un accesso duraturo e sicuro a cibo, acqua, cure mediche e altra assistenza necessaria per soddisfare le esigenze umanitarie. I Capi di Stato e di governo si sono impegnati a continuare uno stretto coordinamento diplomatico, anche con i partner chiave della regione, per prevenire l’estendersi del conflitto, preservare la stabilità in Medio Oriente e lavorare verso una soluzione politica e una pace duratura”.

Oggi in Israele è previsto l’arrivo del primo ministro olandese Rutte e di quello greco Mitsotakis. Martedì è previsto un incontro tra il presidente francese Macron e Netanyahu.

Arrivo camion a Gaza

Un camion di aiuti umanitari ha attraversato il valico di Rafah dall’Egitto verso la Striscia di Gaza. Si tratta del terzo ad entrare nel territorio palestinese, più di una dozzina di veicoli hanno attraversato il valico aggiungendosi ai 34 camion entrati sabato e domenica.