Il Museum of Dreamers è un luogo per veri sognatori. Dopo aver riscosso un notevole apprezzamento a Madrid e Milano, è approdato anche a Roma.

Museum of Dreamers a Roma: dove si trova?

Il Museum of Dreamers si trova al “Prati Bus District”, in Viale Angelico, 52 a Roma. La fermata della metropolitana più vicina è Ottaviano. La fermata dell’autobus più vicina è V.Le Angelico/Dardanelli, raggiunta dalle linee 31 e 32.

Fino a quando è aperto?

Il Museum of Dreamers è aperto dal 6 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024. E’ visitabile tutti i giorni, compresi i festivi.

Dove acquistare i biglietti?

I biglietti per il Museum of Dreamers sono acquistabili sul sito di Ticketone e hanno un costo a partire da 13,50 euro.

Cosa vedere al Museum of Dreamers?

La concezione di questo museo si basa prevalentemente sull’elemento esperienziale: a Roma, gli spettatori saranno accolti da 21 installazioni immersive che offriranno un’esperienza fuori dall’ordinario. Le stanze saranno illuminate da giochi di luci, accompagnate da effetti sonori, pareti interattive e grandiose creazioni, come l’ampia piscina di palline in cui immergersi, che costituiranno alcune delle sorprese destinate ai visitatori.

Il progetto ha preso vita grazie all’ingegno delle designer milanesi Elena e Giulia Sella, fondatrici di Postology, un’agenzia specializzata in esperienze immersiva ed emozionali, sia nel mondo fisico che in quello digitale.

Gli spettatori avranno l’opportunità di scattare fotografie in posizioni insolite, attraversare un tunnel decorato con cuori giganti, cullarsi tra simulazioni di nuvole e vagare tra grandiose installazioni interattive. Questo non è un semplice allestimento, ma piuttosto un percorso in cui la linea tra sogno e realtà si confonde, e in ogni sala vengono proposti messaggi motivazionali, adatti sia ai grandi che ai più giovani.

Tra le opere, spicca la “100 Dreamers”, una parete colorata con cento citazioni motivazionali provenienti da celebri personaggi. Non ci troviamo di fronte a un museo tradizionale, né a una forma d’arte convenzionale, ma piuttosto a un osservatorio che ci aiuta a comprendere il linguaggio contemporaneo, che coinvolge soprattutto le nuove generazioni all’interno di un contesto espositivo.