Se si chiede chi è stato il più famoso astronomo italiano la risposta sarà probabilmente Galileo Galilei. Se si pone la stessa domanda a uno scienziato o a uno storico della scienza, l’esito potrebbe non essere altrettanto scontato. Se però si chiede chi è stata la più famosa astronoma italiana si otterrà la risposta: Margherita Hack. A questa astronoma l’editore fiorentino Pontecorboli ha dedicato un libro di vari autori uscito nel centenario della nascita e a dieci anni dalla morte.
Dieci anni fa moriva la regina delle stelle
“Scienziata e comunicatrice instancabile, fautrice della libertà di pensare e dei diritti di tutti i viventi, ferma sostenitrice – e non solo a parole – del ruolo basilare dei giovani nel rinnovamento della ricerca, Margherita Hack è senza ombra di dubbio un’icona dell’astronomia nazionale” scrivono gli autori.
Margherita Hack costituisce un caso esemplare: studiosa rigorosa, è stata nel contempo refrattaria allo snobismo tipico di altri luminari della sua epoca, così come alla burocratizzazione e alla politicizzazione della scienza e delle istituzioni di ricerca. Infaticabile organizzatrice, non è mai mancata al dovere di diffondere l’astronomia al di fuori del contesto accademico. Si è sempre mostrata alla mano e disposta a rimettersi in gioco nei programmi televisivi, nei ritrovi degli astrofili e nelle scuole.
Secondo gli autori del volume la vita e la carriera di Margherita Hack sono state guidate da una missione interculturale: stimolare in chiunque l’esercizio di quelle capacità critiche verso ogni dogmatismo che permettono di acquisire consapevolezza e liberarsi da qualsiasi timore superstizioso.
Stefano Bisi