La sicurezza energetica, fondamentale per la stabilità economica e nazionale, permette ai paesi di avere approvvigionamenti costanti e sicuri di risorse energetiche, a prezzi accessibili.
Le forniture energetiche, a livello globale, assumono un ruolo fondamentale per lo sviluppo industriale e strategico per gli equilibri geo-politici internazionali.
I paesi produttori di materie prime energetiche, come i combustibili fossili, per molti decenni hanno basato la loro economia sulle esportazioni energetiche.
Molto spesso, a livello internazionale, i paesi esportatori hanno utilizzato le forniture energetiche come leva diplomatica, per influenzare la geo-politica nei confronti dei paesi importatori.
A livello globale e in particolar modo in Europa, con la politica energetica orientata verso la neutralità climatica attraverso la road-map del Green New Deal, emerge la necessità di garantire un approvvigionamento energetico affidabile e sostenibile, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
La transizione energetica, dai combustibili fossili verso l’utilizzo delle energie rinnovabili e dei vettori energetici a basso impatto ambientale, permette sia di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, sia di ridimensionare gli equilibri della geo-politica energetica internazionale.
Sicurezza energetica, il ruolo dei paesi esportatori
I paesi con risorse energetiche primarie abbondanti, come petrolio e gas naturale, hanno assunto, sullo scacchiere internazionale, un ruolo da protagonisti per definire l’equilibrio energetico globale.
Le loro riserve di materie prime energetiche di origine fossile, sono fondamentali per sostenere sia la loro economia interna sia l’economia globale.
Le attività di produzione ed esportazione delle materie prime energetiche, rappresentano il fulcro su cui si basa l’intero sistema economico dei paesi produttori.
I ricavi economici, ottenuti dall’export energetico, permettono ai paesi produttori di investire in progetti di sviluppo come l’infrastruttura, l’istruzione e la sanità.
Tuttavia, la dipendenza eccessiva da tali risorse energetiche può anche rivelarsi un’arma doppio taglio.
Mentre gli introiti, derivanti dall’esportazione di energia, spesso costituiscono la principale fonte di entrate per questi paesi, la volatilità dei prezzi delle materie prime a livello internazionale, può portare a variazioni del reddito nazionale e alla vulnerabilità economica.
L’eccessiva dipendenza, da un’unica fonte di reddito, è un fattore di rischio per la stabilità economica e sociale a lungo termine.
Molti paesi produttori ed esportatori, per mitigare questi rischi, hanno adottato strategie economiche per investire anche in settori non energetici.
Diversificando la propria economia, attraverso l’innovazione tecnologica, alcuni dei paesi produttori di materie prime energetiche, sono stati in grado di sviluppare nuove fonti di reddito.
Per i paesi produttori ed esportatori di energia, è fondamentale bilanciare la gestione sostenibile delle proprie risorse energetiche con la diversificazione economica, allo scopo di garantire la stabilità economica e sociale a lungo termine.
Una transizione graduale verso un’economia più diversificata richiede piani strategici ben definiti, investimenti mirati in settori strategici e lo sviluppo di politiche per sostenere la crescita economica e sostenibile della società.
L’import di materie prime energetiche
I paesi importatori delle materie prime energetiche, affrontano una serie di sfide che influenzano direttamente l’economia e lo sviluppo tecnologico interno.
L’import di energia rappresenta una parte consistente, delle importazioni totali di molti paesi.
Le oscillazioni dei prezzi delle materie prime, o le interruzioni delle forniture, possono avere serie conseguenze sull’equilibrio finanziario nazionale, sull’efficienza economica e sulla sicurezza energetica.
La dipendenza dalle importazioni energetiche genera effetti negativi, sul bilancio commerciale dei paesi importatori.
Le importazioni energetiche possono mettere a repentaglio la stabilità economica e limitare la capacità d’investire in settori cruciali, come l’innovazione tecnologica e lo sviluppo infrastrutturale.
Le forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime energetiche, fondamentali per imprese e famiglie, compromettono i bilanci economici innescando l’inflazione e l’incertezza economica.
Tuttavia, l’import di energia può stimolare la necessità di adottare politiche e strategie per garantire una maggiore efficienza energetica, promuovendo lo sviluppo di fonti energetiche alternative e sostenibili.
La transizione verso un modello energetico sostenibile, richiede investimenti in tecnologie green, ricerca e sviluppo nell’ambito delle energie rinnovabili e l’adozione di politiche che incoraggino l’efficienza energetica.
Attraverso un mix energetico basato sulle fonti energetiche rinnovabili e i vettori energetici alternativi ai combustibili fossili, come l’Idrogeno, i bio-carburanti e i carburanti sintetici, i paesi importatori di materie prime energetiche di origine fossile possono incrementare la loro sicurezza energetica.
Una strategia fondamentale, per aumentare la sicurezza energetica dei paesi che importano materie prime energetiche, è la diversificazione dei canali di approvvigionamento.
Limitando la dipendenza da singoli fornitori, i paesi importatori possono aumentare la loro sicurezza energetica a lungo termine.
Geopolitica energetica, il baricentro delle relazioni internazionali
La geopolitica energetica è la relazione tra la politica, gli interessi economici legati alla produzione, alla distribuzione e all’uso delle risorse energetiche a livello globale.
Le dinamiche legate alla geopolitica energetica, si manifestano attraverso relazioni internazionali molto complesse, con alleanze strategiche e rivalità geopolitiche che si sviluppano attorno ai giacimenti energetici.
Il controllo delle risorse energetiche diventa un fattore decisivo, nel plasmare sia le politiche estere sia la sicurezza energetica di numerosi paesi.
Inoltre, la gestione delle risorse energetiche e la sicurezza energetica, determinano tensioni e conflitti regionali che possono avere ripercussioni sulla geo-politica internazionale.
La geopolitica energetica, fondamentale in un’era così tecnologicamente sviluppata, influenza le alleanze strategiche e le relazioni tra i paesi produttori ed esportatori di energia.
Le alleanze e le partnership strategiche sono spesso determinate da interessi congiunti, legate sia all’approvvigionamento, necessario alla sicurezza energetica, sia a interessi economici.
Con gli effetti del cambiamento climatico che si manifestano con l’aumento della temperatura media globale, dovuta alle emissioni di gas a effetto serra, molti stati, tra cui l’Europa, hanno adottato politiche di sviluppo energetico, orientate verso la de-carbonizzazione.
Eliminando la dipendenza dalle forniture di materie prime energetiche di origine fossile, molti paesi potranno sviluppare una propria sicurezza energetica attraverso le fonti rinnovabili e i vettori energetici alternativi.
La transizione energetica, limitando progressivamente l’utilizzo dei combustibili fossili e promuovendo mix energetici basati su fonti energetiche rinnovabili, potrà essere un modello di sviluppo in grado di stabilire nuovi equilibri geo-politici.
Una visione globale
Gli equilibri della sicurezza energetica e della geopolitica energetica richiedono un approccio olistico e una cooperazione internazionale, per affrontare le sfide attuali e costruire un futuro energetico più sicuro, sostenibile e resiliente.
La dipendenza eccessiva da fonti energetiche non rinnovabili e le tensioni geopolitiche legate al controllo delle risorse, spingono molti paesi a ristrutturare le proprie politiche energetiche, promuovendo una transizione graduale verso fonti di energia rinnovabili e sostenibili.
Attraverso un impegno collettivo, per la sostenibilità e la sicurezza energetica, è possibile garantire un futuro in cui le risorse energetiche siano accessibili e con basso impatto ambientale.
Con mix energetici basati su fonti energetiche rinnovabili e vettori energetici a basso impatto ambientale, come l’idrogeno, i carburanti sintetici e i bio-carburanti, è possibile raggiungere la sicurezza energetica e la stabilità geo-politica internazionale.
Gianni Truini