Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha scatenato polemiche e controversie nel mondo del cinema italiano con la sua proposta di tagliare i fondi destinati al settore: inizialmente, si era parlato di tagli di 100 milioni di euro, ma alla fine, la decisione è stata di decurtarne solo 36 milioni. Questa mossa ha provocato reazioni forti da parte di registi e produttori, che vedono il finanziamento pubblico come cruciale per la competitività dell’industria cinematografica italiana.

Sangiuliano annuncia tagli al cinema: le reazioni della politica

La lettera iniziale di Sangiuliano al collega dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva sollevato polemiche. Nella lettera, Sangiuliano aveva proposto risparmi di spesa per 100 milioni di euro a spese del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo. Questa iniziativa ha ricevuto critiche da parte delle opposizioni, con Matteo Renzi che ha definito la decisione “allucinante” e Elly Schlein del Partito Democratico che ha dichiarato che è senza precedenti che un ministro della Cultura chieda tagli ai fondi del cinema.

La riforma proposta dal Ministero della Cultura riguarda principalmente il credito d’imposta. Nel 2019, il governo aveva stanziato 423 milioni di euro per il tax credit, mentre nel 2021 questa cifra era salita a 821 milioni a causa della pandemia, e poi a 841 milioni nel 2022. Sangiuliano ha proposto un calo del tax credit a 746 milioni di euro nel 2023, con un risparmio complessivo di 36 milioni di euro, di cui 14 derivanti da tagli al bilancio del ministero e 22 destinati al finanziamento degli scavi archeologici di Pompei. Una delle principali novità della riforma è che il tax credit non potrà più essere utilizzato per pagare direttamente i registi, ma dovrà essere legato a contratti con piattaforme televisive per la distribuzione dei film.

Sangiuliano: “Cinema italiano pieni di sprechi”

La decisione del ministro è stata in parte motivata dai risultati finanziari del cinema italiano, con alcuni film che hanno ricevuto generosi contributi pubblici ma hanno incassato molto poco. Questo è stato il caso, ad esempio, dei film “Sherlock Santa” e “Ladri di Natale”, che hanno ricevuto un contributo statale di 4 milioni di euro ma hanno incassato solo 13mila euro. Anche quando i film hanno avuto successo, una parte consistente dei contributi pubblici è finita direttamente nelle tasche dei registi, come nel caso di “We are who we are” e “A casa tutti bene“. Sangiuliano ha sottolineato che il settore del cinema ha visto numerosi sprechi nel passato e che è necessaria una riforma seria.