Il caso Marco Pantani è da sempre attorniato da dubbi e domande che in qualche maniera non hanno mai permesso di chiarire in maniera definitiva quanto successo quel 14 febbraio del 2004. La prima e seconda inchiesta hanno appurato che il decesso del Pirata sarebbe avvenuto tra le 11.15 e le 12.45 di quella mattina, a causa di un mix di cocaina e farmaci antidepressivi. Il terzo filone – aperto dalla Procura di Rimini – sembra invece aggiungere dettagli dai contorni inquietanti: nel corso degli ultimi anni, infatti, mamma Tonina avrebbe consegnato agli inquirenti che stanno conducendo le indagini, una serie di nomi di testimoni che potrebbero aver visto Pantani insieme ad altre persone quel giorno.
Caso Marco Pantani, mamma Tonina fornisce altri nomi alla procura: “Hanno riferito di sapere chi era con Marco la mattina in cui è morto”
Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, mamma Tonina avrebbe fornito elementi ulteriori che potrebbero rinforzare l’ipotesi della presenza di altre persone nella stanza di hotel di Marco. Queste le sue parole:
Loro sanno chi era con Marco la mattina in cui è morto. Si tratta di persone che mi hanno riferito di sapere chi era con Marco la mattina in cui è morto. Sono 20 anni che attendo di sapere cos’è successo quel giorno. Mi auguro che questa indagine faccia chiarezza.
Nel febbraio 2022, la procura aveva interrogato anche un tassista di Cesenatico che rivelò di aver accompagnato due ragazze all’hotel Le Rose dove risiedeva Pantani. Nel frattempo, la terza inchiesta si starebbe avviando verso la sua conclusione e c’è chi dice che potrebbe essere destinata nuovamente all’archiviazione. Troppi gli elementi discordanti dalle molteplici versioni fornite dai presunti testimoni. Peraltro, il fascicolo aperto dalla procura di Rimini rimane contro ignoti e non ci sarebbero persone indagate. In ogni caso, la famiglia di Pantani non vuole mollare la presa, poiché è sicura che insieme al Pirata – il 14 febbraio del 2004 – nella stanza 5D dell’hotel Le Rose, ci fosse qualcun altro che potrebbe averlo aiutato nell’assunzione di farmaci e cocaina.