In Argentina oggi è giorno di elezioni e oltre 35 milioni di persone sono chiamate alle urne per votare il Presidente della Repubblica, che resterà in carica fino al dicembre 2027, e per rinnovare una parte del Congresso nazionale, con 130 deputati e 24 senatori in rappresentanza di otto province. Lo scenario che si delineerà all’inizio dello spoglio è ancora molto incerto. A contendersi la vittoria sono prevalentemente l’ultraliberista Javier Milei di La Libertad Avanza (Lla), il peronista progressista Sergio Massa di Union por la Patria (Uxp) e la conservatrice Patricia Bullrich di Juntos por el cambio (Jxc).
Elezioni Argentina, 35 milioni di persone chiamate alle urne: l’esito non è scontato
Il favorito sembra essere Milei, il quale sogna di vincere al primo turno, senza necessità di ricorrere al ballottaggio (che si terrebbe il 19 novembre). Tuttavia, l’esito del voto non è affatto scontato. Secondo i sondaggi, infatti, gli altri due candidati, Sergio Massa e Patricia Bullrich, sono dietro a Milei con margini percentuali assai risicati. Oggi farà la differenza il voto degli indecisi (stimati tra il 10 e il 12%). Per essere eletto al primo turno, il candidato favorito dovrà raggiungere il 45% delle preferenze, o il 40% con uno scarto del 10% sul secondo avversario.
Il favorito sembra essere Milei, ma con margine ristretto
L’ascesa di Milei è stata inquadrata dagli analisti nella cornice di un Paese che sta vivendo una profonda crisi economica e sta subendo gli effetti di un’inflazione schizzata al 140% e una classe politica accusata di aver trascinato il Paese sull’orlo del baratro. Milei, con modi à la Trump e Bolsonaro, si è scagliato contro la classe politica che lo ha preceduto, definendola “casta ladrona e inutile” da distruggere e ricostruire da capo. Il candidato di La Libertad Avanza ha dichiarato anche di voler “chiudere la Banca centrale“, basando l’economia dello Stato sul dollaro americano, e ha definito i cambiamenti climatici “una farsa della Sinistra“. Non solo: il “progetto liberale” di Milei prevede anche il taglio di sussidi statali e la privatizzazione di ospedali, trasporti e scuole.
Con un programma così, Milei non poteva che trovare il sostegno di esponenti del partito politico spagnolo di estrema destra Vox e di Eduardo Bolsonaro, uno dei figli dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Questi lo accompagneranno durante lo spoglio delle schede all’hotel Shereaton Libertador di Buenos Aires.