A un anno dal giorno in cui il governo Meloni ha giurato davanti al Presidente della Repubblica, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tira le somme su quanto fatto e su quali fronti bisogna continuare a impegnarsi “per continuare a liberare le energie migliori dell’Italia“. In un’intervista rilasciata a “Il Giornale”, la premier ha dichiarato che “è difficile scegliere tra le tante cose che l’esecutivo ha realizzato per fare ripartire l’Italia” e che le rivendica tutte, tuttavia, ha affermato di essere “particolarmente orgogliosa” degli interventi a favore di famiglie e imprese previsti nella legge di bilancio.

Un anno di governo Meloni: “Si può sempre fare di più e meglio, ma sono soddisfatta dal lavoro di tutta la squadra”

La premier si ritiene soddisfatta della squadra di governo che, stando alle parole di Meloni, continua a lavorare unita, al netto di scontri di vedute e attriti interni: 

Ci siamo presentati uniti in un programma e con quello governiamo per il bene dell’Italia, che è il nostro faro. Siamo una squadra unita e coesa, e lo dimostriamo continuamente. Come è successo anche nell’ultimo Consiglio dei ministri, nel corso del quale abbiamo varato una manovra economica complessa in circa un’ora. Si può sempre fare di più e meglio, ma sono molto soddisfatta dal lavoro di tutta la squadra di governo.

Per quanto concerne uno dei temi che più ha scosso (e talvolta diviso) il governo nell’ultimo anno, quello della giustizia e della separazione tra i poteri, Meloni rivendica le proprie posizioni e afferma:

Sono una donna di destra, cresciuta con l’idea della separazione tra i poteri e con un profondo rispetto per i servitori dello Stato. Da parte mia non c’è e non ci sarà nessun conflitto con la magistratura, ma ciò non mi impedisce di pensare che si possa rendere la giustizia più veloce, efficiente e imparziale.

L’immigrazione resta un tema cruciale

Un tema attorno al quale tutte le forze politiche di centrodestra si sono unite è quello della questione migratoria, sul quale il governo, afferma Meloni, ha inciso particolarmente (ma sembra dimenticare i numerosi inciampi e intoppi, come dimostrano le sentenze del tribunale di Catania). Dal punto di vista della premier, la questione viene ora affrontata sui tavoli europei con un approccio differente:

Sull’immigrazione, in questi mesi, siamo riusciti a cambiare le parole d’ordine in Europa. […] Oggi sentiamo parlare di come ‘difendere i confini esterni’ oppure ‘decidiamo noi chi entra in Europa, non i trafficanti di esseri umani’. Queste ultime non sono parole mie, ma della presidente della Commissione europea Von der Leyen.

Meloni ha anche attributo al governo italiano il merito di aver posto l’accento sulla necessità di missioni navali e di una “missione europea in accordo con le autorità del Nord Africa per fermare la partenza dei barconi, verificare in Africa chi ha diritto o meno all’asilo e accogliere in Europa solo chi ne ha veramente diritto“. Il governo nel frattempo continua a lavorare alla (ancora nebulosa) idea del Piano Mattei, affiancato dal numero uno di Eni, Claudio Descalzi.