L’Imposta Municipale Propria (IMU) sugli immobili concessi in comodato d’uso ai familiari può essere agevolata in base alle disposizioni della legge fiscale. Il proprietario dell’immobile che concede un appartamento in comodato d’uso gratuito a un membro della famiglia, come un figlio, può beneficiare di una riduzione sulla base imponibile dell’imposta. Vediamo come funziona l’applicazione dell’IMU per il comodato d’uso gratuito a favore dei familiari.
IMU comodato d’uso gratuito per i famigliari
Si avvicina la scadenza per il pagamento della seconda rata dell’Imposta Municipale Propria (IMU), da regolare entro il 18 dicembre (a causa del fatto che il 16 cade di sabato). Questa tassa offre agevolazioni fiscali per esenzioni totali e parziali.
Conformemente alle informazioni fornite da fiscooggi.it, per gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai familiari, l’IMU, nella stragrande maggioranza dei casi, sostituisce l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e le relative addizionali. L’immobile in questione deve essere dichiarato nella dichiarazione del proprietario che lo ha concesso in comodato d’uso gratuito al familiare.
Per quanto riguarda gli immobili ad uso abitativo appartenenti alle categorie catastali A1 – A11 (ad eccezione di A10), non locati e che sono soggetti alle aliquote dell’IMU, essi concorrono a formare la base imponibile dell’IRPEF e delle relative addizionali nella misura del 50%, a condizione che siano situati nello stesso comune in cui si trova la residenza principale.
Quanto si paga di IMU con comodato d’uso?
In base a quanto stabilito nell’articolo 1, comma 747 della legge 160/2019, è possibile richiedere una riduzione del 50% sulla base imponibile dell’Imposta Municipale Propria (IMU) per gli appartamenti concessi in comodato d’uso ai familiari in linea retta.
Di conseguenza, un genitore proprietario di un immobile può concedere la casa in comodato d’uso a un figlio e ottenere un’agevolazione fiscale del 50%. Questo principio vale anche se un figlio concede un appartamento in comodato d’uso ai propri genitori. In ogni caso, le agevolazioni fiscali sono riconosciute se soddisfatti i requisiti di legge.
Comodato d’uso: come funziona?
Secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate, il comodato è un contratto in cui una parte cede all’altra un bene mobile o immobile, con l’obbligo di restituirlo, affinché l’altra parte ne faccia uso per un tempo o uno scopo specifico. Il comodato è regolamentato dall’articolo 1803 del Codice Civile ed è di solito concesso a titolo gratuito. Questo tipo di contratto può essere stipulato in forma verbale o scritta.
I beni immobili concessi in comodato d’uso gratuito sono soggetti a registrazione se:
- redatti in forma scritta: in tal caso la registrazione deve essere effettuata entro 30 giorni dalla data dell’atto;
- stipulati in forma verbale, solo se enunciati in un altro atto sottoposto a registrazione.
I contratti di comodato gratuito stipulati verbalmente, relativi ad appartamenti, devono essere registrati per ottenere l’agevolazione sulla base imponibili ai fini del versamento dell’Imposta Municipale Unica (IMU) o della Tassa sui Rifiuti (TARI), come previsto dalla legge di stabilità 2016.
L’articolo 1, comma 10, della legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) stabilisce chiaramente l’applicazione di un’agevolazione sulla base imponibile ai fini dell’Imposta Municipale Unica (IMU) o della Tassa sui Servizi Indivisibili (TASI) per le unità immobiliari concesse in comodato dai familiari o parenti in linea retta entro il primo grado, che le utilizzano come abitazione principale. Questa agevolazione consiste in una riduzione del 50% sulla base imponibile.
Tuttavia, è importante notare che per poter beneficiare di questa agevolazione, è essenziale che il contratto di comodato venga registrato.
Cosa cambia per l’IMU 2023?
In base al principio normativo contenuto nell’articolo 1, comma 762, della L. 160/2019, il pagamento dell’imposta municipale dovuta al comune per l’anno in corso avviene in due rate.
L’acconto 2023, corrisponde all’imposta dovuta per il primo semestre che si base sulle aliquote e detrazioni dell’anno precedente, deve essere versato entro il 16 giugno 2023.
Il saldo a conguaglio sull’imposta municipale dovuta per l’intero anno deve essere regolarizzato entro il 18 dicembre, poiché il 16 dicembre è un sabato.