Quando a notte fonda la donna ha chiamato disperata il 118 per chiedere aiuto, era già successo molto nella casa di Virano Parnora, 6000 anime in provincia di Caserta. Arrivato in ospedale l’uomo è morto per un malore, ma in realtà lo la compagna gli aveva sfondato il cranio picchiando con un oggetto sul volto. La stessa che poi ha chiamato i soccorsi spiegando che l’uomo si era sentito male in casa. A svelare quello che era veramente successo
Arrivato in ospedale e morto per malore, ma la compagna gli aveva già sfondato il cranio
Una telefonata sicuramente tragica quella arrivata agli operatori del 118 nella notte tra il 12 e il 13 giugno scorso. D’altra parte del telefono c’era una donna di 45 anni originaria di Napoli che chiedeva disperatamente aiuto. Il suo compagno, Rino Pezzullo, 44 anni, artigiano si era sentito male mentre erano nella sua casa di Virano Parnora, piccolo centro in provincia di Caserta e lei temeva per la sua vita. Chiedeva quindi ai sanitari di andare ad aiutarla a salvare la vita dell’uomo a cui era sentimentalmente legata.
All’arrivo nella casa i sanitari hanno soccorso l’uomo, mettendolo in barella e poi trasportandolo immediatamente all’ospedale più vicino all’abitazione. Arrivato al San Giovanni Bosco, l’uomo è stato portato in Neurochirurgia, ma le condizioni erano molto gravi e i medici pur tentando di tutto per aiutarlo non sono riusciti a salvargli la vita. Rino Pezzullo è infatti morto pochi giorni dopo, in data 17 giugno.
Una tragedia certo, ma dietro cui forse c’è altro, non una questione di salute dell’uomo, non un malore che lo ha colpito a morte. Questo ipotizzano gli inquirenti che nella giornata di venerdì 20 ottobre hanno arrestato la compagna di Pezzullo, esattamente la stessa donna che, con la voce spezzata dalla paura, aveva chiamato i soccorsi la notte del 12 giugno.
Ma come si è arrivati all’arresto della donna che aveva avvisato il 118 del malore del compagno, pregando i sanitari di salvargli la vita?
La bugia, l’autopsia che fa scattare le indagini e l’arresto per omicidio preterintanzionale
A cambiare la posizione della donna, è stato il referto del medico legale, che ha fatto scattare le indagini dei carabinieri. L’autopsia sul corpo senza vita di Rino Pezzullo, ha infatti messo in evidenza numerosi lividi sparsi su tutta la superficie, ma soprattutto l’esame autoptico ha permesso di scoprire una grave lesione cranica con “emorragia subdurale omolaterale, determinata, verosimilmente, in assenza di fratture o di altre lesioni al cranio compatibili con una caduta accidentale, da un violento colpo al volto“. Insomma, l’uomo è arrivato al San Giovanni Bosco con il cranio fracassato e sarebbe stata questa lesione a provocarne la morte per le sue conseguenze, non un ben identificato malore.
Con questo documento in mano, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha dato mandato ai carabinieri di procedere agli accertamenti necessari per una dettagliata ricostruzione di quel che avvenne nella notte tra il 12 e il 13 giugno scorso, visto che la versione della compagna di Pezzullo non risultava più attendibile.
I militari hanno quindi acquisito importanti elementi, tra video registrazioni delle telecamere di video sorveglianza di Virano Parnora, sopralluoghi e anche testimonianze dirette.
Proprio alcuni testimoni oculari hanno raccontato alle forze dell’ordine di aver visto la coppia, Pezzullo e la compagna 45enne, la sera del 12 giugno 2023 litigare molto animatamente per le strade del paese in provincia di Caserta dove l’artigiano risiedeva. Ricostruendo pezzo a pezzo gli avvenimenti di quella serata, le indagini sono giunte alla conclusione che questa accesa lite di coppia, già iniziata per strada è continuata tra le quattro mura domestiche e lì è degenerata e dalle parole si sarebbe passati ai fatti. Al culmine della lite la donna avrebbe colpito con violenza il compagno con un oggetto sul lato del viso, provocandogli lo sfondamento del cranio. Una ferita gravissima, le cui conseguenze non hanno lasciato scampo all’uomo, morto in ospedale tre giorni dopo. La donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio preterintenzionale.